Wall Street registra record dall’elezione di Donald Trump

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La vittoria di Donald Trump ha provocato un turbine sui mercati mondiali questo mercoledì, facendo balzare il dollaro, il bitcoin, le azioni e i tassi americani quando gli indici azionari europei hanno chiuso in rosso.

La Borsa di New York ha chiuso in pompa magna, dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane, che ha spinto i suoi indici a tre stelle a nuovi record. Il Dow Jones è balzato del 3,57%, l’indice Nasdaq del 2,95% e il più ampio indice S&P 500 del 2,53%. Anche Bitcoin ha raggiunto il massimo storico, superando per la prima volta i 75.000 dollari.

L’elezione del candidato repubblicano ha dato impulso anche ad alcuni asset, come l’azione del gruppo Tesla (+12,97% intorno alle 16:45 ora locale), di proprietà di Elon Musk, sostegno attivo di Donald Trump. Anche i titoli petroliferi americani hanno guadagnato terreno quando i gruppi specializzati nelle energie rinnovabili sono diminuiti.

In Europa, Francoforte (-1,13%), Milano (-1,54%) e Londra (-0,07%) hanno chiuso in rosso dopo una completa inversione di tendenza. Il CAC 40 di Parigi è addirittura salito brevemente di oltre il 2% all’inizio della sessione prima di chiudere in ribasso dello 0,51%.

E per una buona ragione: gli investitori europei sanno che se il programma repubblicano venisse attuato, potrebbe essere devastante per l’Europa, con rischi per la crescita e l’inflazione. Il prossimo presidente vuole aumentare le tasse di importazione tra il 10 e il 20% per tutti i prodotti che entrano negli Stati Uniti, e fino al 60% per quelli provenienti dalla Cina, o addirittura al 200% per alcuni tipi di merci.

Tassi in rialzo, dollaro in rialzo e picco storico per bitcoin

Sul mercato obbligazionario, il tasso di interesse sui titoli di stato statunitensi a 10 anni è salito al 4,46% intorno alle 16:45 di questo mercoledì, rispetto al 4,27% della chiusura di martedì. Quella con scadenza a due anni è salita al 4,28%. In particolare, le azioni delle banche americane sono in festa, spinte dall’impennata dei tassi debitori. JP Morgan balza così del 9,66%, Bank of America del 7,50%, Citigroup dell’8,81%, Goldman Sachs del 12,38% e Wells Fargo del 13,85%.

Anche il dollaro si è impennato in seguito alla vittoria del candidato repubblicano. Nei confronti dell’euro il biglietto verde si è apprezzato anche brevemente di oltre il 2%, una variazione particolarmente significativa per il mercato dei cambi. L’indice del dollaro, che paragona la moneta americana ad un paniere di valute, ha raggiunto mercoledì il suo massimo dall’inizio di luglio, superando i 105 punti.

Da parte sua, il bitcoin ha superato per la prima volta la soglia dei 75.000 dollari questo mercoledì, spinto dalla prospettiva di un allentamento normativo e di misure fiscali a favore del settore delle criptovalute. La prima valuta digitale ha guadagnato il 7,69%, a 74.483,26 dollari intorno alle 16:45 ora locale, poco dopo aver raggiunto un nuovo massimo storico a 75.371,67 dollari.

Preoccupazioni per le materie prime

Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca ravviva anche le preoccupazioni per la soia americana, i cui prezzi sono crollati questo mercoledì, in un mercato incerto che si trova di fronte a una potenziale escalation delle tensioni commerciali con la Cina, principale destinazione dei semi oleosi americani. Anche il petrolio esita di fronte alla vittoria di Trump, con il rialzo del biglietto verde che pesa sulla domanda di greggio.

Inoltre, una guerra commerciale con la Cina, il principale importatore di oro nero, potrebbe peggiorare il rallentamento della domanda di petrolio.

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