Israele: scontri violenti dopo il licenziamento del ministro della Difesa Gallant

Israele: scontri violenti dopo il licenziamento del ministro della Difesa Gallant
Israele: scontri violenti dopo il licenziamento del ministro della Difesa Gallant
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Migliaia di israeliani sono scesi in piazza dopo l'annuncio del licenziamento del ministro della Difesa Yoav Gallant da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, in quella che i manifestanti già chiamano “Gallant Night 2”, in riferimento a manifestazioni simili dello scorso marzo. A Tel Aviv migliaia di manifestanti hanno bloccato l'autostrada Ayalon in entrambe le direzioni, accendendo fuochi ed erigendo barricate con centinaia di blocchi di cemento provenienti da un vicino cantiere. La polizia ha utilizzato idranti e, cosa insolita, la puzzola (liquido puzzolente) per disperdere i manifestanti, comprese le famiglie degli ostaggi presenti sulla scena.

A Gerusalemme, vicino alla residenza del primo ministro, i manifestanti hanno tentato di sfondare le barriere di sicurezza, provocando scontri con la polizia che ha anche utilizzato idranti. Migliaia di persone hanno manifestato anche ad Haifa, dove all'incrocio di Horev sono risuonate le grida di “Bibi traditrice”.

Il capo della polizia israeliana Danny Levi ha ordinato un aumento del numero delle truppe, affermando che, sebbene il diritto alla protesta sarà rispettato, non saranno tollerate violenza o degrado. Una quarantina di manifestanti sono stati arrestati durante le operazioni di evacuazione sull'autostrada di Ayalon.

Le organizzazioni di protesta, tra cui Free in Our Land, hanno fortemente criticato la decisione di Netanyahu, definendola irresponsabile nel mezzo della guerra. Anche il Forum delle famiglie degli ostaggi ha denunciato questa decisione, vedendola come un tentativo di sabotare i negoziati per il rilascio degli ostaggi.

Gallant, che in precedenza era stato oggetto di un tentativo di licenziamento nel marzo 2023, ha ribadito che “la sicurezza di Israele è stata e sarà sempre la missione della mia vita”, attribuendo il suo licenziamento alla sua opposizione alla legge e alla sua posizione sull'accordo sugli ostaggi.

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