Recensione del film: Stream (2024, diretto su SVOD)

Recensione del film: Stream (2024, diretto su SVOD)
Recensione del film: Stream (2024, diretto su SVOD)
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Streaming // Di Michael Leavy. Con Danielle Harris, Charles Edwin Powell e Dee Wallace.

I film horror hanno sempre affascinato con la loro capacità di scioccare e affascinare Flussocon la sua promessa di sangue intenso, sembrava sulla buona strada per soddisfare quelle aspettative. Da fan dei film horror e delle produzioni con violenza grafica, mi aspettavo uno spettacolo viscerale all'altezza degli standard di un genere che non cerca di accontentare tutti. Tuttavia, nonostante le scene cruente e alcuni momenti divertenti, Flusso non riesce a soddisfare le aspettative in termini di narrativa e struttura. Questo film, prodotto dai creatori di Terrificanteoffre certamente un forte omaggio al sangue degli anni '80, ma soffre di gravi difetti che influiscono sull'esperienza complessiva. Per chi cerca scene di violenza grafica e creativa, Flusso non delude. Il gore è, senza dubbio, il punto forte del film e il vero protagonista.

Una famiglia viene perseguitata nel proprio albergo da assassini che competono in ingegno.

Alcune sequenze hanno un impatto duraturo grazie alla loro originalità nella messa in scena della violenza. Ad esempio, una scena in cui due assassini giocano al macabro gioco di Morpion sul corpo di una delle loro vittime è un momento che, sebbene scioccante, dimostra il desiderio di rinnovare il genere. Questa scena, con la sua esecuzione quasi burlesca, rimane una delle più memorabili del film. Merita di essere menzionata anche un'altra scena di decapitazione, in cui la testa di un personaggio viene strappata con inquietante realismo, per la qualità dei suoi effetti pratici. La testa fittizia utilizzata è una delle più convincenti che abbia mai visto, dimostrando che il team tecnico padroneggia perfettamente i codici del sangue visivo e del trucco orribile. Questa maestria ricorda le produzioni horror degli anni '80, un'epoca in cui gli effetti speciali pratici erano essenziali per fare colpo.

Questo è chiaro Flusso è un'opera che piacerà agli appassionati di questo stile gore, più visivo e meno digitale, ma che potrebbe scoraggiare anche chi cerca un'esperienza meno viscerale. Se il sangue raggiunge il rango di star Flussoi personaggi lasciano l'amaro in bocca. Gli attori principali mancano di profondità, con personaggi che sembrano usciti da una caricatura. I ruoli sono scritti male e le interpretazioni degli attori sconosciuti non riescono a rendere i loro personaggi accattivanti o memorabili. Il loro dialogo a volte sembra di cattivo gusto ed è difficile identificarsi con loro o provare empatia per la loro situazione. Tuttavia, la presenza di alcune figure emblematiche del cinema horror come Tony Todd, Jeffrey Combs e Danielle Harris fornisce un certo valore aggiunto.

Queste leggende del genere offrono cameo che delizieranno i fan dei film horror classici. Purtroppo, anche queste partecipazioni iconiche faticano a colmare le lacune di uno scenario troppo semplicistico e di una regia di attori priva di sfumature. Uno degli aspetti più problematici del Flusso sta nella sua durata. In due ore, il film va ben oltre ciò che può offrire in termini di trama e sviluppo dei personaggi. Una storia così prevedibile e lineare avrebbe tratto grande beneficio da una durata ridotta. In un film di genere in cui l'obiettivo principale sembra essere quello di scioccare visivamente, una durata di un'ora e mezza avrebbe permesso di mantenere un ritmo più sostenuto senza rischiare di perdere l'interesse dello spettatore. Le lunghezze sono particolarmente evidenti nelle scene di transizione, dove l'azione e la suspense spesso rallentano.

Questi momenti di relax rendono l'esperienza complessiva monotona e portano lo spettatore a distrarsi, un peccato per un film horror che dovrebbe mantenere il suo pubblico con il fiato sospeso. Questa mancanza di ritmo diventa ancora più frustrante quando i pochi momenti di tensione vengono eclissati da scene che si trascinano senza fornire alcuna reale sostanza. Infine, lo scenario di Flusso è lungi dall'essere all'altezza delle sue ambizioni visive. La trama manca di coerenza, accumulando cliché di genere e buchi che lasciano lo spettatore perplesso. Ogni colpo di scena sembra prevedibile e le motivazioni dei personaggi sono appena accennate. Gli omicidi continuano, ovviamente, ma senza una vera progressione narrativa che permetta di attribuire importanza agli eventi. È difficile ignorare la superficialità della storia e la regia non riesce a compensare questa mancanza di profondità.

Inoltre, la classificazione digitale del film è discutibile: i colori spesso appaiono artificiali, una scelta estetica che contrasta con l'approccio “realistico” al sangue. Ciò conferisce al film un'atmosfera artificiale che, invece di accentuare l'orrore, lo fa sembrare quasi da cartone animato. Questo eccesso di digitale riduce l’impatto di scene che, seppure ben realizzate, perdono credibilità. Insomma, Flusso è un film che, nonostante le scene cruente e scioccanti, non riesce ad affascinare completamente a causa di una trama debole e di personaggi poco interessanti. L'eccessiva lunghezza e la mancanza di ritmo del film lo rendono un'esperienza frustrante, soprattutto per coloro che si aspettano qualcosa di più di una semplice successione di scene violente. Certo, gli effetti speciali sono impressionanti, ma ciò non basta a mascherare i difetti della storia e la mancanza di profondità dei personaggi.

Flusso potrebbe trovare il suo pubblico tra i fan sfegatati del sangue che apprezzano gli effetti pratici che ricordano i film horror degli anni '80. Tuttavia, per chiunque cerchi una storia avvincente o personaggi ben costruiti, il film potrebbe deludere. Il sangue, sebbene impressionante, non può da solo sostenere un film per due ore.

Nota: 3/10. Insomma, buoni spunti per il gore in linea con il franchise Terrificante e omaggi tramite cameo. Oltre a ciò, non c'è niente da vedere.

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