“Se il Paris FC vuole sfuggire alla maledizione della “seconda grande squadra” parigina, punta ancora sull’angel investor”

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I tifosi del Paris FC, durante la partita di Ligue 2 contro il Grenoble allo stadio Charléty di Parigi, sabato 26 ottobre 2024. LOUISE DELMOTTE / AP

lL’anomalia verrà riparata presto? Con l'ingresso di Agache, la holding della famiglia Arnault, in trattative esclusive per acquisire una quota di maggioranza del Paris FC, un “secondo grande club” della capitale potrebbe finalmente evolversi nell'élite del calcio nazionale, e competere con il Parigi Saint-Germain (PSG).

Parigi è, infatti, una delle rare grandi città europee ad avere una sola squadra di prima divisione, lo sviluppo dell'economia calcistica negli ultimi decenni non ha cambiato nulla.

L'anomalia, però, non è propriamente quella di un Paese dove questo sport non ha mai avuto la stessa importanza dei nostri vicini, e dove nessun'altra grande città possiede due squadre d'élite. Con i finanziamenti forniti in gran parte, nel dopoguerra, dai comuni, i loro sussidi furono riservati a un'unica squadra, incoraggiando le fusioni.

La spiegazione secondo cui l'offerta per il tempo libero a Parigi limita l'attrattiva del calcio è dubbia, dato che si tratta di una metropoli di 11 milioni di abitanti. All'inizio del 20e secolo, i club pionieri abbondavano, al punto da vincere le prime sei edizioni della Coupe de creata nel 1918.

Doumeng, Lagardère, Afflelou, Arnault

Nell'era moderna non sono mancati i tentativi di rilanciare istituzioni venerande, come il Racing Club de France, rilevato negli anni '80 dall'industriale Jean-Luc Lagardère e dal suo gruppo Matra. Ribattezzato Racing Paris 1, poi Matra Racing, il club, nonostante investimenti e stelle, torna all'anonimato alla fine del decennio.

Il chimerico “secondo grande club” di Parigi è sicuramente il sogno di un magnate, dal momento che nel 1967 Jean-Baptiste Doumeng, il “miliardario rosso”, presiedette all'improbabile e disastrosa fusione tra Stella Rossa e… Toulouse FC.

Alla fine degli anni '90, mentre lo Stato cercava una squadra residente per lo Stade de France, dopo che il PSG declinò la proposta, si moltiplicarono le domande di fortuna, come quelle del Saint-Denis Saint-Leu, del Créteil statunitense (presieduto da Alain Afflelou), Racing o Stella Rossa. Quest'ultimo, abbandonando un progetto per un nuovo stadio a Saint-Ouen (Seine-Saint-Denis), abbandona la preda dell'ombra e ricade nel limbo.

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Oggi la Stella Rossa gioca in Ligue 2 in uno stadio Bauer, a Saint-Ouen, attualmente in fase di ristrutturazione, la cui capienza sarà portata a 10.000 posti. Ma il suo proprietario, il fondo 777 Partners, sostenitore della multiproprietà dei club, è fallito.

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