Orban conta sull’elezione di Trump per formare “una coalizione di pace transatlantica”

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Il primo ministro ungherese guarda già oltre le elezioni europee di questo fine settimana. Lo scorso primo giugno, nel corso di una “marcia per la pace” che ha riunito decine di migliaia di suoi sostenitori a Budapest, Viktor Orban ha presentato le elezioni presidenziali americane di novembre come un momento decisivo per il ritorno della pace in Europa.

“Insieme (con gli americani, ndr) potremo formare una coalizione di pace transatlantica e panoccidentale”ha dichiarato il capo del governo conservatore nel corso di questo evento che l’AFP presenta come un appuntamento fisso dal ritorno di Orban al potere nel 2010. Per il leader ungherese, che ha sempre manifestato posizioni favorevoli a Donald Trump, gli americani hanno l’opportunità il prossimo novembre “Eleggere un presidente favorevole alla pace”con specifico riferimento al conflitto in Ucraina.

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“Abbiamo il più grande esercito elettorale”

“All’inizio di questa guerra eravamo una minoranza. Entro la fine di quest’anno potremmo essere la maggioranza nel mondo occidentale”ha considerato Viktor Orban, in riferimento alla singolare linea di Budapest sulla questione ucraina.

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Il capo del governo ungherese si presenta, nel contesto della campagna europea, come “l’unico a lottare per la pace” e per opporsi alle mire bellicose che attribuisce a Bruxelles. “Abbiamo il più grande esercito elettorale […]siamo la più grande forza di mantenimento della pace in Europa »ha detto davanti ad una folla che sventolava bandiere ungheresi, secondo i commenti riportati dall’agenzia di stampa francese.

Budapest per una soluzione del conflitto ucraino il più rapidamente possibile

L’Ungheria, membro dell’Unione Europea e della NATO, si sforza di mantenere buoni rapporti con la Russia, con la quale intrattiene stretti legami economici, in particolare nel settore energetico. Ciò non ha impedito a Budapest di condannare l’offensiva militare russa e di votare a favore di tutte le sanzioni europee ad essa collegate.

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Il governo di Viktor Orban ha successivamente espresso riserve sulla rilevanza di queste sanzioni. Inoltre, il governo ungherese sostiene un’uscita dal conflitto attraverso il negoziato con la Russia, ritenendo che gli ucraini non possano vincere questa guerra – una posizione che irrita molti alleati occidentali, accusando il paese dell’Europa centrale di appeasement con Mosca.

All’interno dell’UE, Viktor Orban può contare sull’appoggio della Slovacchia su questo tema: il nuovo presidente Peter Pellegrini sostiene, come il suo governo populista, negoziati con la Russia per porre fine alla guerra.

Da parte americana, la tendenza è diversa: il presidente Joe Biden ha recentemente dato il via libera a Kiev per colpire obiettivi sul suolo russo a determinate condizioni – un’opzione alla quale la Casa Bianca si era precedentemente opposta. Il rivale del presidente uscente, il candidato repubblicano Donald Trump, ha più volte affermato di poter porre fine al conflitto in Ucraina. Se resta da definire la sua linea precisa su questo file, il file Washington Post ha riferito lo scorso aprile che l’ex presidente americano aveva preparato un piano di pace, prevedendo in particolare di cedere la Crimea e il Donbass a Mosca.

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