Amira Ghenim, scrittrice tunisina, vince il Premio di letteratura araba 2024 per il suo romanzo Il disastro della casa dei notabilipremio assegnato dall'Istituto del Mondo Arabo e dalla Fondazione Jean-Luc Lagardère.
Il Premio di Letteratura Araba 2024 è stato assegnato alla scrittrice tunisina Amira Ghenim per il suo romanzo Il disastro della casa dei notabilitradotto dall'arabo da Souad Labbize e pubblicato da Philippe Rey nella raccolta khamsa. Questo premio, creato congiuntamente dalla Fondazione Jean-Luc Lagardère e dall'Istituto del Mondo Arabo nel 2013, valorizza ogni anno un'opera scritta o tradotta in francese da un autore della Lega Araba.
Pierre Leroy, direttore generale della Fondazione Jean-Luc Lagardère e presidente della giuria, ha elogiato “un romanzo intenso che intreccia intrighi familiari e grande storia, che dipinge un ritratto complesso e ricco di sfumature di una Tunisia in pieno cambiamento”. Ha inoltre elogiato la scrittura unica dell'autore che, grazie ad un elaborato processo narrativo, ha saputo dare vita ad un'opera potente portata da una nuova raccolta dedicata alla letteratura araba del Maghreb.
Da parte sua, Jack Lang, presidente dell'IMA, ha sottolineato “l'importanza di promuovere la ricchezza delle culture del mondo arabo, di cui la letteratura e la poesia sono le principali modalità”. In un contesto in cui la traduzione di testi in lingua araba diventa sempre più rara, ha insistito sulla necessità di valorizzare gli autori del mondo arabo.
Il romanzo pluripremiato, Il disastro della casa dei notabilitraspone più di cinquant'anni di storia tunisina, dalla lotta per l'indipendenza alla rivoluzione del 2011. In uno sfondo di sconvolgimenti politici, intreccia i destini di due famiglie borghesi: i Naifers, rigidi e conservatori, e i Rassaa, liberali e progressisti. Una sera di dicembre a Tunisi, Zbeida Rassaa, giovane moglie di Mohsen Naifer, è sospettata di avere una relazione con Tahar Haddad, intellettuale impegnato noto per le sue posizioni d'avanguardia sui diritti delle donne. Attraverso un intreccio di segreti e ricordi, questo romanzo corale esplora le disastrose ripercussioni di quella disastrosa serata.
La complessa architettura del racconto, giocando sulla sovrapposizione di punti di vista, ci porta a scoprire la reale sequenza dei fatti. Per Amira Ghenim, “questo romanzo esalta l'empatia” e trasmette “un messaggio molto semplice: a ciascuno la propria verità, le proprie sofferenze nascoste, le proprie guerre e le proprie sconfitte. Ma in questa terribile solitudine che è l'essenza stessa dell'essere, c'è nessun dolore o gioia che l'uomo non possa condividere.
Nata nel 1978 a Sousse, Amira Ghenim ha una laurea in arabo, un dottorato in linguistica e insegna all'università della sua città natale. Autore di saggi accademici e di tre romanzi, tra cui La cartella gialla (2019) et terra ardente (2024), con cui firma Il disastro della casa dei notabili – finalista all'Arab Booker Prize e al Comar d'Or in Tunisia nel 2021 – la sua prima opera tradotta in francese.
Succede allo scrittore iracheno Feurat Alani, vincitore nel 2023 per Ricordo Fallujah (JC Lattes). La giuria che ha giudicato quest'anno riuniva, oltre a Pierre Leroy, personalità del mondo letterario come lo scrittore marocchino Mahi Binebine, l'editorialista Nicolas Carreau, il traduttore Gilles Gauthier, il giornalista Houda Ibrahim e lo scrittore libanese Alexandre Najjar.
Oltre a questo premio divenuto un riferimento, l'Istituto del mondo arabo e la Fondazione Jean-Luc Lagardère hanno lanciato nel 2024 il Premio di letteratura araba per gli studenti delle scuole superiori, dotato di 4.000 euro. Gli studenti dell'Accademia di Versailles voteranno la loro opera preferita tra la selezione finale, partecipando a lavori di lettura e incontri con gli autori. Nel 2023, il romanzo Se avessi un franco di Abdelkrim Saifi (a cura di Anne Carrière) ha vinto questo premio.
Questi due premi fanno parte del desiderio dell'IMA e della Fondazione Lagardère di promuovere la diversità della letteratura araba, in un dialogo interculturale tra il mondo arabo, la Francia e l'Europa. Attraverso dibattiti, convegni, spettacoli, corsi e grandi mostre, l'IMA vuole riflettere tutte le energie creative di quest'area geografica. La Fondazione Lagardère, dal canto suo, sostiene la carriera dei giovani talenti dal 1989, in Francia e a livello internazionale, sviluppando programmi a favore della diversità culturale.