La piattaforma collaborativa “Zero Wild Waste” ha recentemente rilasciato a classificazione dei rifiuti più presenti in natura in Franciautilizzando i dati di 2.800 operazioni di raccolta e 427 tonnellate di rifiuti raccolti da diverse centinaia di strutture nella Francia metropolitana e all’estero.
Butt in testa
La vetta della classifica non sorprende, visto che la vista di mozziconi di sigaretta per terra è così comune nelle nostre strade francesi. Infatti, i mozziconi di sigaretta costituiscono il rifiuto più diffuso a livello nazionalerappresentante più del 70% del totale con fino a 50.000 mozziconi di sigaretta raccolti durante alcune operazioni di raccolta. Secondo il rapporto in questione, questi sarebbero presenti in tutti gli ambienti e hanno un impatto estremamente negativo sugli ecosistemi francesi.
Arrivano le bottiglie di vetro in seconda posizione di classificazione, seguiti da bottiglie di plastica, tappi metallici o linguette, lattine, tappi di plastica e imballaggi e contenitori per alimenti. I sacchetti di plastica completano questa top 10 dei rifiuti raccolti.
Complessivamente, plastica, gomma e metallo sono i materiali maggiormente presenti durante la raccolta dei rifiuti nei diversi ambienti. Ad esempio, la plastica rappresenta più della metà del volume raccolti sulle coste (quasi il 60% nelle lagune costiere) e gomma quasi il 42% del volume riscontrabili nelle zone rurali. Il metallo è molto più presente nell’ambiente marino (oltre il 42% del totale) ma anche in quello montano.
In città, questi sono in particolare plastica che sono i più raccolti (38,8% del volume totale), seguiti da metalli (16,3%) et carta/cartoneche rappresentano il 12% del volume totale dei rifiuti nelle aree urbane. È anche in questo ambiente che il cartone e la carta sono maggiormente presenti.
Tre settori economici pongono un problema
In questo rapporto si specifica inoltre che quasi l’80% degli oggetti rinvenuti nell’ambiente naturale e di cui è stato possibile successivamente identificare il settore sono provenienti da tre principali settori economici. Tabacco è ovviamente presente, seguito da cibo e il settore di cosmeticibenessere e cura del corpo.
Secondo la piattaforma Zero Wild Waste il settore alimentare ha generato la maggioranza rifiuti abbandonati che inquinano gli ecosistemi indeboliti. Gli imballaggi alimentari, i rifiuti delle bevande, i prodotti in scatola, ecc. sono infatti particolarmente presenti in molti ambienti naturali e urbani e simboleggiano l’impatto molto significativo del settore alimentare sul mondo che ci circonda.
Secondo gli autori del rapporto è quindi fondamentale mettere in atto azioni di prevenzione e riduzione delle fonti in questi tre settori economici al fine di ridurre le quantità di rifiuti che possono poi finire nei diversi ambienti. Del cambiamenti nelle pratiche sono anche necessari, così come lo sono la realizzazione di una vera economia circolareche consiste nel produrre beni e servizi in modo sostenibile limitando il consumo e lo spreco di risorse e la produzione di rifiuti.
Le soluzioni sono infatti numerose a seconda della piattaforma, come ad esempio il ritorno alle fontanelle, che limiterebbe le bottiglie di plastica troppo presenti in natura, oppure il deposito localizzato ma anche il fatto di incentivare il riutilizzo.
La rete Zero Waste Sauvage, tuttavia, avanza una certa nota di speranza, avendo effettivamente osservato una diminuzione di alcuni rifiuti di plastica negli ultimi anni come sacchetti, tazze, cotton fioc o cannucce. Questi infatti sono sempre meno presenti negli ambienti francesi che seguono il divieto graduale di queste materie plastiche monouso.