L’inquinamento provocato dalle stufe a gas potrebbe contribuire ogni anno a quasi 40.000 morti premature in Europa. Parliamo di sostanze inquinanti che, depositandosi nei polmoni, non uccidono direttamente, ma riducono di due anni l’aspettativa di vita.
L’analisi, pubblicata il 28 ottobre, copre sia l’Unione Europea (circa 36.000 morti all’anno) che il Regno Unito (circa 4.000). Se questa stima fosse confermata da altri studi, renderebbe queste stufe un problema di salute pubblica peggiore di quanto già sottolineato. Si tratta del doppio delle morti per incidenti stradali.
Per i medici si tratta di un problema noto da tempo: l’uso regolare di un fornello a gas lascia elevati livelli di biossido di azoto negli ambienti chiusi, in questo caso nel terzo delle residenze europee che utilizzano questo dispositivo (e il 54% delle residenze britanniche). Lo studio più antico sull’argomento citato in questo nuovo studio risale al 1978: all’epoca si misuravano livelli di inquinamento da NO2 più elevati nelle cucine con fornelli a gas rispetto a quelle con fornelli elettrici.
Ma se sappiamo che possono essere una causa di asma, valutare il numero di decessi rimane una sfida, poiché l’inquinamento da NO2 esiste anche nell’ambiente urbano, a causa delle automobili e dell’inquinamento industriale. Negli ultimi anni, infatti, i satelliti sono stati in grado di misurare una riduzione dell’inquinamento da NO2 nelle grandi città europee, grazie alle nuove norme introdotte nel continente riguardo alle emissioni inquinanti dei veicoli e delle industrie. Tuttavia, queste letture non potrebbero dire nulla sulle emissioni “interne” delle residenze.
Si ritiene che il nuovo studio, condotto da ricercatori delle università Jaume 1 e Valencia, entrambe in Spagna, sia il primo in grado di fornire una stima simile sulle morti premature in Europa.
Uno studio simile pubblicato a maggio negli Stati Uniti stimava il numero di decessi a 19.000 ogni anno. Nessuno degli studi ha preso in considerazione altri gas potenzialmente nocivi, come il monossido di carbonio (noto per causare mal di testa e vertigini) e il benzene, perché questi due sono stati oggetto di molti meno studi epidemiologici e i dati sono quindi ancora insufficienti.
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