Il prezzo dei terreni continua ad aumentare nelle colture principali

Il prezzo dei terreni continua ad aumentare nelle colture principali
Il prezzo dei terreni continua ad aumentare nelle colture principali
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Le vendite di terreni sono al loro massimo, con 104.560 transazioni per 454.900 ettari, per un totale di 7,50 miliardi di euro, ha rivelato il 22 maggio la Federazione nazionale dei Safer, durante la sua tradizionale conferenza stampa sui risultati del mercato dei terreni rurali.

Continuano ad aumentare i prezzi medi dei terreni liberi non edificati e dei prati dedicati alle grandi colture, con un aumento del 4,8% a 7.710 euro/ha tra il 2022 e il 2023. Un dato da confrontare con il prezzo medio francese di 6.200 euro/ha, che solo aumentato dell’1,5%. Le regioni produttrici di barbabietola da zucchero mostrano i prezzi più alti con, ad esempio, 10.170 €/ha nell’Hauts-de-France (+6,7%), 7.580 €/ha nell’Ile-de-France (-1,4%) e 9.020 € /ha in Normandia (stabile).

I funzionari della FNSAFER hanno mostrato la loro soddisfazione per i primi risultati della legge Sempastous che rende obbligatorio notificare a Safer i trasferimenti di azioni e altre modifiche alla struttura del capitale azionario delle società agricole. In vigore dall’inizio del 2023, riguarda 923.300 ettari e il 41% delle dichiarazioni proviene da grandi aziende agricole, 5 punti sopra la loro quota nella SAU (Superficie agricola utile) nazionale. Secondo Safer, nove dichiarazioni su dieci riguardano trasferimenti di azioni: il 63% tra membri dello stesso nucleo familiare, il 31% verso terzi estranei al cedente e il 6% tra soci non familiari.

Un fenomeno in crescita

D’altro canto, Safer mette in guardia dal “consumo nascosto” di terreni agricoli, dove i non agricoltori sottraggono tra i 15.000 e i 20.000 ettari all’uso agricolo. Secondo il presidente della FNSAFER, Emmanuel Hyest, la situazione è preoccupante. “Questo consumo è legato a molti fenomeni, tra cui la piccola dimensione degli appezzamenti, oggi i prati, se sono piccoli e impossibili da arare, non interesseranno all’agricoltore. C’è anche il desiderio di alcuni di acquisire immobili per il tempo libero, il che può causare un cambio indiretto di destinazione. Questo è impegnativo, perché questi terreni sulla carta restano agricoli, mentre in realtà hanno cambiato destinazione, perché non sono più sfruttati da un agricoltore, questo riduce il capitale potenziale della produzione agricola del nostro territorio nazionale. »

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