LIVE – 45 morti dopo i bombardamenti israeliani su un campo di Rafah | TV5MONDE

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L’attentato mortale di lunedì contro un centro per sfollati vicino a Rafah ha suscitato un’ondata di indignazione nella sinistra e ha rilanciato il dibattito sul riconoscimento di uno Stato palestinese nella classe politica francese.

Le emozioni sono forti quanto unanimi a sinistra, dopo lo sciopero notturno che ha ucciso almeno 40 persone. Israele afferma di aver colpito “un complesso di Hamas” in cui operava “terroristi importanti”.

“Le immagini di Rafah sono letteralmente insopportabili. Niente può giustificare tali crimini”. ha reagito “Fai davvero pressione su Netanyahu. Adesso.”

Questo “abominevole massacro (…) riassume ciò che sono gli assassini di questo esercito di criminali di guerra e i loro leader”ha osservato da parte sua il leader di France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon, chiedendo la “Rottura della cooperazione con il governo Netanyahu e la sua economia”e a “embargo sulle armi” e il “riconoscimento dello Stato di Palestina”.

Posizione condivisa, sullo stesso social, dalla patrona degli ambientalisti Marine Tondelier che invita la Francia e l’Unione Europea a “fare una pausa di emergenza nella loro azione diplomatica per fermare questo massacro”.

Anche il numero uno socialista, Olivier Faure, ha auspicato su TF1 “un potente gesto politico e diplomatico” con il riconoscimento di uno Stato palestinese affinché la Francia “può essere dalla parte giusta della Storia”.

Diverse voci anche nel campo macronista, come il numero due della lista guidata da Valérie Hayer per gli europei, Bernard Guetta, chiedono tale riconoscimento.

“Non si tratta di essere filo-palestinesi o filo-israeliani, si tratta di essere filo-pace, di costringere i leader di questi due popoli a sedersi a un tavolo negoziale”, ha detto Guetta a Sud Radio, osservando che l’attacco israeliano è seguito ad un attacco missilistico di Hamas.

La settimana scorsa Spagna, Irlanda e Norvegia hanno annunciato la decisione di riconoscere lo Stato di Palestina a partire dal 28 maggio, attirandosi l’ira di Israele.

Ma a destra la riluttanza resta forte.

François-Xavier Bellamy, capolista della LR per le elezioni del 9 giugno, mette in guardia “grande pericolo nel riconoscere oggi uno Stato palestinese”a rischio di “per dare la sensazione che stiamo rivendicando coloro che hanno scatenato l’attacco terroristico del 7 ottobre”anche se lui “Un giorno dovremo attuare una soluzione a due Stati”.

“Israele ha il diritto di difendersi in conformità con il diritto internazionale”, – ha aggiunto su France Inter, ritenendolo necessario “fare tutta la luce sulle condizioni dello sciopero (nel centro sfollati vicino a Rafah, ndr) e sulle sue reali conseguenze”.

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