madre e figlio processati per l’omicidio di una sessantenne in circostanze orribili

madre e figlio processati per l’omicidio di una sessantenne in circostanze orribili
madre e figlio processati per l’omicidio di una sessantenne in circostanze orribili
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Il processo contro una madre e suo figlio è iniziato questo lunedì 27 maggio 2024 davanti alla Corte d’Assise dei Pirenei Atlantici. I due si accusano a vicenda di un crimine particolarmente sordido. Sono accusati dell’omicidio di un uomo di 66 anni nell’ottobre 2020. Nella gola della vittima è stato trovato un coltello da pane.

Sono accusati di omicidio preceduto da atti di tortura e barbarie. Leila Abaiji e suo figlio Maxime Triboulet sono stati portati questo lunedì mattina al tribunale di Pau. Sono accusati di aver accoltellato con una decina di coltellate Renaud Leprince, un 66enne di Pau. Il suo corpo è stato ritrovato il 16 ottobre 2020 nella camera da letto del suo appartamento in rue Léon Say vicino a Beaumont Park. La vittima, descritta come un uomo disabile, debole e facilmente influenzabile, era stata uccisa pochi giorni prima in condizioni particolarmente cruente.

Gli esperti hanno poi constatato fratture multiple e ferite profonde diversi centimetri su tutto il corpo, viso compreso.

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In tribunale, Maxime Triboulet ha descritto i frequenti insulti pronunciati da sua madre contro la vittima, che non ha risposto.

© Léa Selle

In apertura dell’udienza, il presidente ha ricordato i risultati del referto dell’autopsia e le sordide condizioni della morte. Il sessantenne, che presentava numerosi tagli, è stato scoperto dalla polizia con un coltello da pane conficcato in gola. I suoi torturatori gli hanno fatto anche ingoiare pezzi di tubi al neon mentre era vivo. Ossa rotte trovate nella trachea e nell’addome.

In tribunale, Maxime Triboulet racconta la sua infanzia con la madre, con la quale spiega di aver avuto una relazione rapporto fusionale. Un’infanzia sullo sfondo della violenza, senzatetto e scuola caotica. Sono regolarmente ospitati dalla famiglia. Descrive anche i frequenti insulti pronunciati dalla madre contro la vittima, “chi non ha risposto”. Il giovane, che oggi ha 23 anni, racconta del suo consumo regolare di cannabis, da cinque a sei spinelli al giorno, di cocaina e di alcol.

Ho già spinto mia madre, ma non l’ho mai picchiata. Da giovane, in città, picchiavo già le persone.

Nel corso delle indagini i due imputati hanno fornito versioni diverse. Inizialmente hanno difeso l’ipotesi dell’incidente e di una caduta dalle scale prima di accusarsi a vicenda dell’omicidio. Leïla Abaiji, che all’epoca dei fatti aveva 51 anni, ha dichiarato di avere una relazione con Renaud Leprince. Inizialmente ha negato qualsiasi coinvolgimento prima di cambiare idea. Il figlio aveva certificato di essersi occupato solo di sbarazzarsi delle armi bianche gettandole in acqua.

Questa settimana la giustizia dovrà cercare di far luce sulle motivazioni dei due imputati. Questi rimangono piuttosto vaghi. Entrambi i protagonisti rischiano l’ergastolo. La sentenza è attesa venerdì 31 maggio.

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