– Il Premio Marcel Duchamp incorona Gaëlle Choisne
La donna ha avuto la meglio su altri tre candidati. Ha 39 anni. La mostra collettiva rimane visibile al Centre Pompidou fino al 6 gennaio 2025.
Pubblicato oggi alle 10:29
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E’ un incontro che conta, ma solo in Francia. Creato nel 2000 per celebrare il nuovo millennio, il Premio Marcel Duchamp si ispira al famoso Turner Prize di Londra. Vengono nominati quattro artisti visivi (che sono sempre più donne). Sono oggetto di una mostra che, anche quest’anno, resterà aperta fino a gennaio nel mezzanino del Centre Pompidou. Quando lo scontro arriva a metà strada, il verdetto è emesso. Viene designato un vincitore (e sempre più spesso un vincitore). L’evento cambia quindi volto per i visitatori. Ora c’è Miss Francia e le sue seconde classificate (1). Se metto la cosa al femminile è perché Gaëlle Choisne ha vinto la coppa il 14 ottobre.
haitiano e bretone
Lo scultore e fotografo ha 39 anni. Il Premio va alle persone nel bel mezzo della loro carriera e non ai principianti. Gaëlle è nata a Cherbourg da madre haitiana e padre bretone, il che è positivo per il multiculturalismo. Non c’è bisogno di cercare nuove fonti di ispirazione tra loro. La donna lavora “sui temi contemporanei della catastrofe, dello sfruttamento delle risorse e delle vestigia del colonialismo”. Crea così piattaforme “aperte e inclusive”. Collaborativo anche nella misura in cui ricercatori, musicisti, artisti e semplici cittadini sono invitati a partecipare a “laboratori” che vanno dai concerti improvvisati alle lezioni di cucina. Il vincitore ha spesso esposto in Francia e all’estero, dagli USA all’Italia passando per Corea del Sud e Canada. È una mini-star come ce ne sono tante oggi, vista l’esplosione quantitativa dei centri d’arte.
Il Premio Marcel Duchamp crea stelle? Sì. A volte. Potrei facilmente citare Dominique Gonzalez Forster come Kader Attia, Tatiana Trouvé o Adel Abdessemed. Tuttavia, la scena francese rimane limitata. Inoltre, il paese difende piuttosto male la propria popolazione. Non porta automaticamente alla rete internazionale. L’Inghilterra invece sì. C’è una porta aperta (si spera) verso l’America. Detto questo, l’onestà mi obbliga a dire che la magia del Turner Prize non è più così evidente a forza di radicalismo. Inizialmente si poteva scegliere tra Anish Kapoor, Douglas Gordon o Gilbert & George. Chissà se qualcuno si è ricordato dei nomi degli ultimi eletti, che mi sembrano dimenticati appena nominati.
(1) La mostra resterà aperta fino al 6 gennaio 2025.
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Nato nel 1948, Etienne Dumont studiato a Ginevra che gli furono di scarsa utilità. Latino, greco, diritto. Avvocato fallito, si dedicò al giornalismo. Molto spesso nelle sezioni culturali, ha lavorato dal marzo 1974 al maggio 2013 alla “Tribune de Genève”, iniziando parlando di cinema. Poi vennero le belle arti e i libri. Per il resto, come potete vedere, nulla da segnalare.Maggiori informazioni
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