Affare Grégory: questa la preziosa informazione che la sua autopsia “incompleta” si è lasciata scappare

Affare Grégory: questa la preziosa informazione che la sua autopsia “incompleta” si è lasciata scappare
Affare Grégory: questa la preziosa informazione che la sua autopsia “incompleta” si è lasciata scappare
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Quasi 40 anni dopo, è un caso di cui si parla ancora. Il 16 ottobre 1984, Grégory Villemin, di 4 anni, fu trovato morto a Vologne, nei Vosgi. Nonostante le indagini, il mistero che circonda l’assassinio del piccolo Grégory resta irrisolto. Nel fumetto intitolato Gregoriopubblicato il 3 ottobre, lo sceneggiatore Pat Perna ricorda che l’autopsia “incompletoDal corpo del bambino sono trapelate informazioni preziose per chiarire questa questione. Perché, se “lo stomaco e il sangue del bambino” sono stati analizzati consentendo agli scienziati forensi di notare “che c’è una piccola quantità di acqua nei polmoni della vittima”, “non vengono analizzate né le viscere né l’acqua nei polmoni”. È quindi impossibile”sapere se Grégory era cosciente quando è stato gettato a Vologne“ecc “se è stato soffocato o annegato in precedenza, ad esempio nella vasca da bagno”.

Un’altra zona grigia: l’ora della morte di Grégory Villemin. “La fascia oraria sarà tra le 17:15 e le 19:15.”, osserva Pat Perna. Al di là di questa autopsia”incompleto”, Il giudice Jean-Michel Lambert sembra essere implicato nel modo in cui è stata condotta l’indagine. La sua giovane età è particolarmente sottolineata poiché aveva solo 32 anni quando “l’omicidio di Grégory Villemin lo proietta sotto i riflettori”. Una questione che si preannuncia anche più complicata del previsto. Soprattutto perché parallelamente a questo procedimento penale, deve gestire “più di 200 file”. A causa della sua inesperienza o della sua giovane età, gradualmente “lasciarsi coinvolgere dai media”.

Affare Grégory: 40 anni dopo, le dichiarazioni di Murielle Bolle restano al centro degli interrogativi

Nel fumetto, Jean-Marie Villemin, il padre del piccolo Grégory, interviene, scrivendone in particolare la prefazione. E, 40 anni dopo, sta ancora cercando una risposta. Le dichiarazioni di Murielle Bolle, cognata di Bernard Laroche, sono ancora al centro degli interrogativi. All’età di 15 anni al momento della scoperta del corpo della bambina, il 16 ottobre 1984, la sua prima testimonianza incriminò suo cognato Bernard Laroche prima di ritrattare due giorni dopo, probabilmente cedendo alle pressioni della sua famiglia. Quando dovette testimoniare al tribunale nel dicembre 1993, si attenne alla sua seconda versione. Nel corso del convegno riportato da Marianneil presidente della Corte d’Assise, frustrato, ha poi dichiarato: “Pensavamo di vedere intorno a lei il guscio di bugie che aveva creato per se stessa – o che era stato creato per lei. (…) Niente poteva liberarla”. Questo processo si conclude con un enigma, ancora irrisolto 40 anni dopo.

Crediti fotografici: DOMINIQUE JACOVIDES / BESTIMAGE

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