Gli operatori del mercato del petrolio e del gas stanno monitorando da vicino gli sviluppi politici ed economici in Senegal, che “potrebbero influenzare la stabilità e la crescita del settore energetico”. Due elementi che preoccupano gli analisti sono l’istituzione di una commissione incaricata di riesaminare i suoi contratti e le elezioni legislative che si profilano all’orizzonte. Gli investitori avvertono e credono che le decisioni prese modelleranno il panorama energetico senegalese per gli anni a venire. Le questioni sono quindi molteplici. Bés Bi fornisce le risorse informative più recenti sullo sviluppo degli attuali progetti di petrolio e gas.
“Questo è un momento delicato per prendere in considerazione una rinegoziazione, perché diversi progetti di estrazione in Senegal stanno entrando in produzione”. È quanto emerge dal nuovo rapporto del Natural Resource Governance Institute, secondo cui le rinegoziazioni “potrebbero massimizzare i benefici a lungo termine per lo Stato” se il processo fosse trasparente e ben gestito.
Non è ancora noto come verranno rinegoziati i contratti di petrolio e gas, né il calendario, ma preoccupa gli investitori. “Ciò comporterà una possibile rinegoziazione degli accordi tra Woodside e Petrosen sulla commercializzazione downstream del petrolio. La commissione insisterà anche per verificare i costi reali sostenuti e la realtà degli investimenti effettuati”, ha detto un consulente del Ministero dell’Energia agli analisti di S&P Global. Anche i risultati delle elezioni legislative di novembre tengono con il fiato sospeso gli analisti. Secondo un analista senior di Verisk Maplecroft, il partito al governo è ben posizionato per ottenere la maggioranza parlamentare nelle elezioni di novembre. “Tuttavia, una tale vittoria potrebbe anche esacerbare politiche più interventiste volte a estrarre maggiori entrate dal settore energetico, il che potrebbe minare gli sforzi del Senegal per diventare un importante produttore di petrolio e gas nella regione”, avverte, prima di aggiungere che le tensioni tra il governo e l’opposizione potrebbe anche rallentare lo sviluppo dei progetti in corso.
Nonostante le discussioni sulla rinegoziazione dei contratti, fonti del settore riferiscono a S&P Global che la retorica del governo si sta ora spostando verso “revisioni piuttosto che rinegoziazioni”, ricordando che la maggior parte dei contratti energetici e minerari contengono clausole di stabilizzazione per proteggere gli investitori da cambiamenti legislativi o regolamentari. Quando gli analisti hanno chiesto se Woodside si aspettasse qualche cambiamento al regime fiscale della Sangomar, un portavoce ha detto che “la società rispetta il diritto dei governi di determinare il quadro giuridico e normativo” per lo sfruttamento del petrolio e del gas. “La nostra esperienza ha dimostrato che le giurisdizioni di maggior successo sono quelle che lavorano in collaborazione con l’industria, rispettano la sacralità dei contratti e creano certezza negli investimenti”, ha affermato.
Un analista della società di ricerca azionaria MST Marquee, ha dichiarato a Semafor Africa che le modifiche retroattive ai progetti esistenti “causeranno danni irreparabili alla reputazione del Senegal”. Questo danno alla reputazione “potrebbe scoraggiare gli investimenti in altri settori, ben oltre il petrolio e il gas”, ha aggiunto.