JJ Redick gestirà la pressione come allenatore dei Lakers?

JJ Redick gestirà la pressione come allenatore dei Lakers?
JJ Redick gestirà la pressione come allenatore dei Lakers?
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Nominato allenatore dei Lakers quest’estate per sostituire Darvin Ham, JJ Redick sta affrontando una sfida importante: riportare i Purple e Gold ai vertici della NBA. L’ex terzino ha le spalle per il lavoro?

JJ Redick, la scelta di LeBron James (nel bene e nel male)

Al momento della sua presentazione come allenatore dei Lakers, JJ Redick ha spiegato che LeBron James non aveva comunicato con lui durante il processo di reclutamento. Il nuovo allenatore dei Lakers ha voluto senza dubbio evitare qualsiasi idea di spinta da parte della superstar.

Tuttavia, nonostante le qualità di Redick, l’ombra del Re non è mai molto lontana. Da un lato, è difficile immaginare che la franchigia nomini un allenatore senza chiedere un parere alla stella locale. D’altronde i due uomini sono noti per essere vicini, avevano anche co-presentato un podcast insieme. Non ci è voluto altro per Redick è etichettato come “amico di LeBron”.

Punto positivo, l’ex tiratore seriale può contare sul boss dello spogliatoio per far passare il suo messaggio. Anche sul piano mediatico il Re sembra pronto a facilitare il compito al suo allenatore. A margine del ritiro, BronBron ha anche spiegato che non dovremmo avere aspettative eccessive sui Lakers in questa stagione. Un discorso che stona un po’ con quanto potrebbe dire James durante gli ultimi esercizi. Probabilmente un modo per non esercitare una forte pressione su Redick.

Avere LeBron James come alleato è piuttosto positivo per avere peso con i tuoi giocatori (e allenatori). D’altro canto la situazione può far discutere. L’allenatore è vicino al suo giocatore, attento a non trasformare la situazione in favoritismi o trattamenti di favore, soprattutto con Bronny, figlio di LeBron James e recentemente scelto dai Lakers.

“Non vedo la cosa in modo diverso dall’allenare qualsiasi altro giocatore o dalla gestione di qualsiasi altra relazione giocatore-allenatore”.

Mike Trudell è arrivato da Palm Springs per condividere i pensieri di Redick sulla rotazione e su come gestisce la dinamica padre-figlio. pic.twitter.com/og1w0PNUcA

— Spectrum SportsNet (@SpectrumSN) https://twitter.com/SpectrumSN/status/1843098562286260292?ref_src=twsrc%5Etfw

Nella migliore delle ipotesi, Redick se ne andrà con una gradita rete di sicurezza, nella peggiore farà parte di un gigantesco circo con lo sfondo di “JJ Redick è il burattino di LeBron James”.

Allenare i Lakers, lungi dall’essere una sinecura

Quasi ogni stagione arriva un nuovo allenatore in una franchigia NBA. Quest’anno Jordi Fernandez, Charles Lee e persino JJ Redick. Per tutti e tre, questa sarà una grande prima volta come capo allenatore della NBA. Tuttavia, i file sono tutt’altro che identici. I primi due hanno già una lunga esperienza come assistenti in NBA. Fernandez è stato anche allenatore titolare con il Canada in due competizioni internazionali.

JJ Redick nella sua vita ha allenato solo bambini delle scuole elementari. Niente nella NCAA, niente nella NBA. Nemmeno lui è un principiante. È già un ex giocatore NBA che è durato in campionato. I ritiri, lo spogliatoio, tutto questo lo ha già vissuto, con la necessità di gestire l’ego di tutti. Ma un conto è viverlo da giocatore, un conto è viverlo da allenatore. Redick lo ha capito anche assumendo assistenti esperti come Nate McMillan o Scott Brooks.

L’altro punto importante è l’ambiente. Se Charles Lee o Jordi Fernandez perderanno pesantemente questa stagione, chi li biasimerà? Charlotte e Brooklyn stanno ricostruendo, non è così per i Lakers. Chi dice ambiente dice anche reputazione del franchising. Nessuna mancanza di rispetto nello Utah, Memphis o Charlotte appunto, ma la pressione non è la stessa di una franchigia come quella dei Lakers.

A parte Boston e New York, nessuna squadra ha tanta pressione quotidiana quanto i Los Angeles Lakers. I fan sono esigenti, il passato vittorioso del franchise richiede nuovi titoli. Non c’è spazio per la pazienza o l’indulgenza a Los Angeles

Piccolo esempio numerico riguardante gli allenatori della Viola e della Oro. I Lakers esistono da 77 anni (1947), hanno avuto finora 28 allenatori (JJ Redick è il 29esimo). Quindi, in media, si tratterebbe di poco meno di 3 anni di mandato per allenatore. Solo che questa statistica è un po’ distorta. Aggiungendo John Kundla, Fred Schaus, Bill Sharman, Pat Riley e Phil Jackson arriviamo già a 43 stagioni. 48 se aggiungiamo Dell Harris.

Dalla partenza di Phil Jackson nel 2011, 7 allenatori (di cui uno ad interim) sono stati alla guida dei Lakersquasi 8 con Redick. Duravano in media 2 stagioni o 3 per alcuni fortunati. Frank Vogel, nonostante il titolo di campione NBA nella bolla di Orlando nel 2020, non ha fatto eccezione. Da vedere se JJ Redick riuscirà a rientrare nella categoria degli allenatori che durano nella Città degli Angeli.

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