un movimento filo-palestinese, finora critico nei confronti dell’amministrazione Biden, si schiera chiaramente contro Donald Trump

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Non arrivano al punto di sostenere Kamala Harris, ma è comunque un sollievo per i democratici. Un mese prima delle elezioni presidenziali americane, un vasto movimento filo-palestinese, finora molto critico nei confronti della politica di Joe Biden in Medio Oriente, martedì 8 ottobre si è espresso con fermezza contro il repubblicano Donald Trump.

In un video postato sui social, il movimento “Non impegnato” avverte che la politica in Medio Oriente “potrebbe andare peggio” sotto una presidenza Trump. Gli elettori devono favorire il “il miglior approccio contro la guerra”afferma Lexi Zeidan, una delle cofondatrici del gruppo.

“Il Progetto 2025 [programme réactionnaire porté par les ultraconservateurs] “Trump non è solo una politica, è un piano per maggiore violenza e repressione, sia in Palestina che qui negli Stati Uniti”. sottolinea anche il messaggio, garantendolo “Gli alleati di Trump spingono apertamente per la distruzione dei diritti umani palestinesi e per mettere a tacere coloro che reagiscono”.

Questa posizione è un potenziale stimolo per i democratici che temono di perdere i voti di parte dell’ala sinistra del partito e degli elettori di origine araba dopo il sanguinoso attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 e la devastante offensiva israeliana a Gaza che ne è seguita.

Kamala Harris in una posizione scomoda

Questo gruppo, che fa affidamento principalmente su un elettorato di origine araba o proveniente da comunità musulmane, è emerso durante le manifestazioni contro il sostegno del presidente Joe Biden a Israele, nonostante il pesante tributo di vite umane e il disastro umanitario a Gaza.

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Da quando è succeduto a Joe Biden nella corsa presidenziale, il vicepresidente Kamala Harris ha svolto un ruolo molto delicato. La candidata democratica non può rompere apertamente con la linea sostenuta dal presidente, ma è ben consapevole che ciò potrebbe costarle i voti del 5 novembre, soprattutto presso la numerosa comunità araba del Michigan, uno degli Stati più contestati in un’elezione che promette di essere molto vicino.

Kamala Harris ha promesso di lottare per i diritti dei palestinesi “alla dignità, alla libertà, alla sicurezza e all’autodeterminazione”. Ma ha escluso qualsiasi embargo sulle armi destinate a Israele, di cui gli Stati Uniti rimangono di gran lunga il primo e principale sostenitore militare.

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Il mondo con l’AFP

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