A bordo della “Belem”, Zabih, rifugiato afghano di 25 anni, si rende conto che il mare non è solo “il luogo dove si può morire”

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Zabih Yaqubee al timone della “Belem”, nello Stretto di Messina, nel Mar Mediterraneo, accompagnato da una fregata della Marina Militare italiana, 1 maggio 2024. VINCENT CURUTCHET / CASSA DI RISPARMIO

“Hai visto, ogni volta che fischio, saltano! » Domenica 28 aprile, sporgendosi dalla ringhiera del castello di prua, Zabih Yaqubee, con il sorriso eterno sulle labbra, ha visto per la prima volta nella sua vita i delfini, decine di loro che giocavano con la prua. ” È magnifico. Il Canale di Corinto questo pomeriggio, poi questo… Quando sono al timone, sotto la luna, mi sento come Jack Sparrow in pirati dei Caraibi, Uno dei miei film preferiti! » Il 25enne afghano è uno dei sedici scout tra i 17 e i 25 anni incaricati di scortare la fiamma olimpica da Atene a Marsiglia sul Belémdal 27 aprile all’8 maggio, in vista dei Giochi estivi di Parigi.

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A bordo, anche se questo programma di integrazione privilegia il viaggio e la scoperta, non è così La crociera è divertente. Ogni giorno ha il suo compito agli ordini dell’equipaggio, guidato con ferrea sfacciataggine dal comandante, Aymeric Gibet: bisogna pulire il ponte, lucidare gli ottoni, fornire servizi di ristorazione, partecipare ai turni di guardia notturni e alle manovre fisiche. Con i suoi 1.200 metri quadrati di vele e le sue 800 tonnellate, il vecchio sartiame con scafo in acciaio non si muove facilmente.

Poche ore prima del ballo dei delfini che domenica ha commosso Zabih, la nave a tre alberi è stata autorizzata a passare attraverso il leggendario Canale di Corinto, le cui acque turchesi incastonate tra alte scogliere bianche, sono state aperte appositamente per lei.

Più tardi, mercoledì 1ehm Maggio, al termine del suo turno di notte, tra le 4 e le 8, il giovane vide sorgere il sole su un mare calmo di uno stupefacente blu reale, mentre il Belém si stava avvicinando allo Stretto di Messina, quasi a metà strada. Tra pochi minuti inizierà una visita guidata a bordo della Sennal’imbarcazione al seguito della Marina Militare Nazionale che garantisce la sicurezza della Belémper poi proseguire con altre attività che scandiscono la vita quotidiana.

Un altro viaggio, duro e disperato

Zabih, consapevole della sua differenza rispetto agli altri giovani a bordo, il cui viaggio, per quanto caotico possa essere, non è paragonabile a quello che ha vissuto, ricorda solo la felicità di essere lì. Il ritmo sostenuto gli dà energia, l’orizzonte infinito gli purifica il cervello. I cattivi pensieri se ne vanno. Stanchezza? Niente in confronto a quello che ha passato per essere qui oggi. Sul ponte principale della barca, dopo un seminario di arte marinaresca, l’afghano racconta la storia di un altro viaggio, duro e disperato, agli antipodi di questa mite traversata del Mediterraneo di dodici giorni.

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