Mercoledì il Dipartimento di Stato americano ha annunciato una nuova ondata di sanzioni, rivolte a società o individui russi e stranieri.
Un modo per “interrompere e indebolire ulteriormente lo sforzo bellico russo”, ha affermato in una nota il segretario al Tesoro americano Janet Yallen.
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Più di due anni di guerra in Ucraina
Mercoledì il Dipartimento di Stato americano ha annunciato una nuova ondata di sanzioni contro aziende o individui russi o stranieri che si ritiene partecipino allo sforzo bellico russo nell’invasione dell’Ucraina.
Oltre alle aziende della difesa russe, le sanzioni colpiscono una sessantina di persone e aziende straniere, in particolare cinesi, accusate“aiutare la Russia ad acquisire componenti chiave per la produzione di armi o programmi di difesa”secondo un comunicato stampa.
Nel mirino oltre 200 aziende
Un centinaio di aziende russe, tra le oltre 200 prese di mira, operano specificamente nei settori della difesa, dei trasporti o della tecnologia. Diverse aziende sono coinvolte nei programmi russi di armi chimiche e biologiche.
Infine, le sanzioni mirano a limitare la possibilità di sviluppo delle infrastrutture russe per il gas e il petrolio, mentre la Russia cerca di sviluppare quelle che le consentirebbero di esportare più facilmente i suoi idrocarburi, soprattutto in Cina. Queste esportazioni vengono attualmente effettuate tramite navi cisterna o metaniere, a causa della mancanza di sufficienti oleodotti e gasdotti verso est.
Queste sanzioni, che coinvolgono anche il Dipartimento di Stato americano, prevedono in particolare il congelamento dei beni di aziende o individui presi di mira presenti negli Stati Uniti, nonché il divieto di intrattenere affari con soggetti o cittadini americani. Alle persone interessate è inoltre vietato l’ingresso nel territorio americano.
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I paesi del G7, l’Unione Europea e diversi paesi amici, come l’Australia e la Corea del Sud, hanno aumentato le sanzioni contro la Russia dallo scoppio dell’invasione dell’Ucraina, nel febbraio 2022.
Queste sanzioni mirano a ridurre la capacità di finanziamento dello sforzo bellico russo, ma anche la sua capacità di procurarsi componenti e materiali critici per le sue attrezzature. Hanno inoltre portato al congelamento di numerosi beni di importanti leader russi, di imprenditori vicini al potere e dell’amministrazione russa, in particolare della Banca Centrale.
Le ultime sanzioni hanno preso di mira in particolare il settore minerario, in particolare l’alluminio, il rame e il nichel russi, la cui importazione negli Stati Uniti e nel Regno Unito è ora vietata.