Il numero uno del gruppo petrolifero ha fatto il punto sull’evoluzione dei progetti di ENI Congo durante l’incontro con il ministro degli Idrocarburi, Bruno Jean Richard Itoua. Il progetto di produzione di GNL è uno degli investimenti più importanti realizzati dalla filiale congolese di ENI negli ultimi anni in Congo, in particolare con la messa in esercizio, lo scorso febbraio, della prima nave di liquefazione con una capacità di 0,6 milioni di tonnellate/anno di gas.
ENI Congo mantiene il proprio impegno a investire maggiormente nella transizione energetica. “ Abbiamo parlato di tutti i programmi di sviluppo di ENI Congo, del successo della prima barca e del progetto per la costruzione della seconda barca che sarà varata intorno a metà novembre 2025. Abbiamo parlato anche del programma di sviluppo Nènè oil e di tutti i programmi di perforazione, compreso il biocarburante », ha indicato Guido Brusco.
Il futuro impianto dovrebbe avere una capacità iniziale di 2,4 milioni di tonnellate/anno per raggiungere, entro la fine del 2025, un livello di produzione di 3 milioni di tonnellate/anno di gas liquefatto, ovvero una produzione complessiva di circa 4,5 miliardi di m3. Questo progetto sul gas deve essere costato all’azienda italiana circa 360 miliardi di FCFA, che mira a soddisfare la domanda del mercato nazionale e a diversificare la propria offerta energetica.
Secondo operatore petrolifero del Paese dopo la francese TotalEnergies, ENI Congo opera, per questo progetto, nel blocco offshore Marine XII che sarebbe situato a una profondità d’acqua di oltre 28 metri, a 17 km dalla costa del Congo. L’azienda punta a raggiungere, dalla scoperta delle riserve, una produzione di 1,2 miliardi di barili di petrolio e 30 miliardi di m3 gas. Nello specifico si sta lavorando su due pozzi con circa 600 milioni di barili di petrolio e 700 miliardi di piedi cubi di gas.
