Manifestazione a Parigi su appello di un gruppo identitario

Manifestazione a Parigi su appello di un gruppo identitario
Manifestazione a Parigi su appello di un gruppo identitario
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Dopo l’omicidio dello studente filippino si manifestano rivendicazioni anti-immigrazione. Dietro lo striscione “Lo Stato mi ha ucciso”, circa 500 persone, secondo il Ministero degli Interni, si sono riunite domenica a Parigi su appello del collettivo identitario Nemesis per denunciare l’omicidio dello studente 19enne.

“Abbiamo l’impressione che la Francia sia diventata un tagliagole”, che “puoi uscire a mangiare un panino e finire ucciso”, ha dichiarato da Place Denfert-Rochereau Alice Cordier, presidente e fondatrice del collettivo fondato nel 2019 e che si presenta come femminista.

Segni ostili agli stranieri

Il corpo di Philippine, 19 anni e studente dell’Università Paris-Dauphine, è stato trovato sepolto nel Bois de Boulogne, nella parte occidentale di Parigi, il 21 settembre. Un sospetto è stato arrestato in Svizzera. Si tratta di un marocchino di 22 anni, già condannato per stupro e in attesa di deportazione nel suo Paese d’origine.

“L’insicurezza esiste” e “il governo in carica in questo secondo quinquennio è impegnato a proteggere le donne. Non ne vediamo il colore, non è stato deciso nulla per i femminicidi”, si rammarica l’attivista identitario, secondo il quale “nessun partito politico parlerà” durante l’incontro.

Al centro della manifestazione, alla quale ha partecipato l’ex dirigente della RN Florian Philippot, alcuni cartelli ostili agli stranieri e alcune bandiere francesi. “Giustizia per le Filippine”, hanno cantato brevemente i partecipanti.

“Il lassismo dello Stato e della giustizia” denuncia

“Abbiamo un nuovo governo, vogliamo trarne vantaggio, vogliamo risposte”, ha aggiunto Alice Cordier. Accanto a lei, donne con rose bianche e grandi poster con l’immagine di Philippine, alcuni dicono: “Philippine avrebbe potuto essere nostra sorella”.

Sono seguiti interventi di attivisti e parenti delle vittime, in particolare per denunciare “il lassismo dello Stato e della giustizia”, per rivedere le politiche migratorie, ma anche per respingere le accuse di strumentalizzazione politica di questa notizia, e per chiedere l’adempimento di tutti gli obblighi verso lasciare il territorio francese (OQTF).

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