Il prezzo delle azioni di Donald Trump è sceso del 78% dalla sua IPO – Libération

Il prezzo delle azioni di Donald Trump è sceso del 78% dalla sua IPO – Libération
Il prezzo delle azioni di Donald Trump è sceso del 78% dalla sua IPO – Libération
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Quotato in borsa sei mesi fa e basato sulla sua rete “Truth Social” in perdita, il titolo del gruppo mediatico creato dal candidato repubblicano sta precipitando. Il che gli sta facendo perdere miliardi.

Se Donald Trump non vincesse le elezioni di novembre e rinunciasse alla vita politica, come promesso domenica 22 settembre, potrebbe ritrovarsi in difficoltà finanziarie, oltre ai guai legali. Ha avuto un bel daffare a raccogliere la somma necessaria per la cauzione, durante il processo di marzo. Ora conta in parte sul suo portafoglio azionario per ristabilire la sua salute finanziaria, una prospettiva che potrebbe rivelarsi illusoria. Introdotte in borsa il 26 marzo con l’acronimo “DJT” (per Donald John Trump), le azioni del suo gruppo Trump Media & Technology hanno perso il 78% del loro valore dalla loro IPO, nonostante il contesto di un mercato rialzista.

I tanti piccoli azionisti fan del candidato repubblicano hanno visto le loro azioni perdere quattro quinti del loro valore. Lo stesso Trump, che possiede circa il 60% delle azioni, ha visto il valore del suo portafoglio perdere quasi 4 miliardi di dollari. Il che deve averlo esasperato ancora di più perché nel frattempo non ha potuto vendere nessuna azione: la legge lo proibisce formalmente prima di un periodo di sei mesi dopo l’IPO, pena l’insider trading. Questa scadenza è scaduta da giovedì 19 settembre: il candidato è teoricamente in grado di trasformare in denaro una parte del suo rimanente miliardo di azioni. Solo che il 15 settembre, per evitare un calo troppo repentino dei prezzi, Trump ha promesso pubblicamente di non vendere. La caduta è comunque continuata, ma l’ex presidente americano rischia nuovi guai legali se tradisce la promessa.

Fluttuazioni che riflettono voci

L’unica vera risorsa di questa azienda è il network “Truth Social”, lanciato nel 2022 per competere con Twitter diventato X, che si è trasformato in un abisso finanziario: il suo fatturato del 2023 è stato di soli 3 milioni di dollari di entrate pubblicitarie, per un deficit di 58 milioni. Il network ha appena 5 milioni di utenti – cento volte meno di X – e il loro numero tende a diminuire. Il titolo, secondo la maggior parte degli analisti, è solo un “meme stock”, che guadagna popolarità grazie ai social media e le cui oscillazioni non riflettono la realtà di fondo dell’azienda ma voci o attualità. Così, all’indomani del fallito attacco di luglio contro Trump, che sembrava favorire le sue possibilità, il prezzo è salito di un terzo… per poi scendere di nuovo con il ritiro di Joe Biden e l’arrivo in gara di Kamala Harris.

Questa è la seconda avventura di Trump nel mercato azionario fino ad oggi. Nel 1995, ha raccolto 140 milioni di dollari quotando la sua società Trump Hotels & Casino Resorts, nota anche come DJT. Quasi dieci anni dopo, con perdite cumulative di 600 milioni di dollari, la società ha dichiarato bancarotta e i suoi azionisti hanno perso tutto. Ma nel frattempo, Trump si era guadagnato una fortuna intascando 39 milioni di dollari in stipendi e redditi vari.

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