Con tutti i femminicidi che si sono verificati negli ultimi anni in Quebec, si sono svolti molti dibattiti con l’obiettivo di proteggere meglio le vittime. Tuttavia, dovremmo anche pensare a un modo per proteggerle dopo la morte.
L’immagine della lapide di Nicole Rainville, con sotto l’epitaffio dell’uomo che si è dichiarato colpevole del suo omicidio colposo lo scorso marzo, commesso dal marito, l’ex giudice Jacques Delisle, fa venire i brividi.
Pensandoci bene, la possibilità di essere un giorno sepolti accanto alla persona che ha causato la tua morte provoca un profondo disagio.
Decisione di famiglia
Lungi da me giudicare i figli della coppia, che rivendicano una decisione di famiglia.
La situazione si sta rivelando estremamente delicata e hanno scelto di credere alla versione dei fatti del padre, nonostante si sia dichiarato colpevole di omicidio colposo a marzo. Hanno già sofferto molto in relazione a questo caso, di cui sono anche vittime collaterali.
Ma è chiaro che Nicole Rainville non potrà mai tornare indietro e darci la sua versione dei fatti. Né avrà la possibilità di esprimere le sue ultime volontà, alla luce di ciò che ha vissuto.
Non è un caso unico
E questo non è un caso unico, come ci ha ricordato il mio collega M.e Marc Bellemare, avvocato ed ex ministro della Giustizia. In Gaspésie, Marie-Paule McInnis ha dovuto lottare per far riesumare i corpi dei suoi due figli, sepolti con il padre che ne aveva causato la morte in un incendio.
Una lotta del genere, che dura da anni, non dovrebbe mai essere intrapresa da una vittima che ha perso i propri figli in questo modo e che sta già soffrendo abbastanza.
Il senatore Pierre-Hugues Boisvenu, grande difensore delle vittime di reati, ritiene che il Codice civile dovrebbe impedire che una persona ritenuta colpevole di omicidio venga sepolta con la vittima. Questo sarebbe un buon modo per la nostra società di assumersi pienamente le proprie responsabilità nei confronti delle vittime e dei loro cari.