L’incontro era molto atteso. Il risultato è stato in linea con le aspettative. Dopo la riduzione dei tassi chiave del 6 giugno, che ha invertito un lungo processo di restrizione monetaria, la Banca centrale europea (BCE) ha fatto una seconda mossa il 12 settembre.
Il Consiglio direttivo ha deciso all’unanimità di tagliare il tasso di deposito di altri 25 punti base al 3,5%. La decisione è stata motivata dal trend favorevole dell’inflazione. La BCE nota che l’inflazione è in calo e si aspetta comunque che torni all’obiettivo del 2% prima della fine del prossimo anno.
Tuttavia, la dichiarazione rilasciata dal Consiglio direttivo continua a sollecitare cautela. Ribadisce che le sue prossime decisioni saranno prese “in base ai dati”, “riunione per riunione” e che “non si impegna in anticipo su un percorso di tasso particolare”.
Il Presidente, Christine Lagardeha addirittura osservato durante la sua conferenza stampa che la riunione successiva sarà piuttosto serrata (17 ottobre), il che suggerisce che entro quella data non ci saranno dati sufficienti affinché la BCE possa fare una nuova mossa.
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Il rallentamento dell’inflazione previsto a settembre potrebbe essere di breve durata. La BCE conta ancora su un aumento del 2,5% quest’anno.
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Nuove previsioni
Una cautela dettata dal livello ancora elevato dell’inflazione di fondo, essendo l’aumento dei prezzi nei servizi più forte del previsto ad agosto. La BCE ha quindi rivisto leggermente al rialzo le sue previsioni sull’inflazione di fondo (+0,1 punti), che ammonterebbe al 2,9% quest’anno e al 2,3% nel 2025.
Per quanto riguarda l’inflazione complessiva, le sue previsioni rimangono invariate, ovvero il 2,5% quest’anno, il 2,2% nel 2025 e l’1,9% nel 2026. Questo calo graduale dovrebbe essere ottenuto grazie alla decelerazione dei salari nel secondo trimestre e al calo delle aspettative di inflazione, che sono teoricamente i principali motori dell’aumento dei prezzi nel medio termine.
Per quanto riguarda la crescita, lo scenario della BCE è solo leggermente modificato. Data una domanda interna leggermente più debole del previsto (consumi e investimenti), le previsioni sono riviste al ribasso di 0,1 punti percentuali per quest’anno e i prossimi due (rispettivamente allo 0,8%, all’1,3% e all’1,5%).
Monitorare gli stipendi
Considerata la debole crescita in Europa, si stima che la banca centrale taglierà i tassi di 0,25 punti base a ogni riunione. Alexandre Hezezstratega della Gruppo Richelieuche prevede altri due cali prima della fine dell’anno.
Più cauto il suo omologo Gestione patrimoniale LBP, Xavier Chapardspecifica che un simile scenario sarebbe giustificato in caso di assenza di ripresa nell’eurozona o di un rapido allentamento delle tensioni sui prezzi nei servizi. Il che non sembra, a suo dire, molto probabile.
L’esperto pensa che la BCE aspetterà la riunione di dicembre per agire di nuovo, il momento per poter essere meglio informata sull’evoluzione dei salari e della crescita. Soprattutto perché, per ammissione di Christine Lagardeil brusco rallentamento dell’inflazione previsto per settembre (potrebbe addirittura scendere sotto il 2%) sarà solo temporaneo.
Poiché deriva in gran parte dai precedenti bruschi cali dei prezzi dell’energia, LBP Asset Management prevede quindi tagli dei tassi di 25 punti base a trimestre fino alla fine dell’anno prossimo.