Rinegoziazione dei contratti!

Rinegoziazione dei contratti!
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Per lo sfruttamento razionale delle risorse naturali, è necessario effettuare un migliore riequilibrio della loro governance al fine di mantenere l’attrattiva dei settori che le sostengono e garantire un certo equilibrio, in modo da promuovere un partenariato reciprocamente vantaggioso tra lo Stato , investitori e comunità.
Le persone che rimangono proprietarie di queste risorse devono vedere il miglioramento delle loro condizioni di vita. Da qui l’importanza per lo Stato e i partner di stipulare contratti trasparenti che siano vantaggiosi per loro. In Senegal il nuovo regime vuole impegnarsi nella rinegoziazione di alcuni contratti di petrolio e gas con operatori stranieri.

Le rinegoziazioni di un contratto estrattivo possono derivare da molteplici cause, il più delle volte legate a cambiamenti sostanziali delle circostanze intervenute rispetto alla data di entrata in vigore del contratto, come fatti imprevedibili, difficoltà di interpretazione o di applicazione del contratto, risultati dei primi lavori esplorativi eccessivamente diversi dalle aspettative iniziali, migliori o peggiori, o anche da altre situazioni. Le rinegoziazioni possono anche essere richieste da una parte a seguito di un cambiamento notevole nella sua valutazione economica di un progetto di sviluppo futuro o di un progetto di sfruttamento in corso, mettendo in discussione per quella parte la continuazione del progetto a meno di un adeguamento del contratto. Secondo il direttore della compagnia mineraria nazionale, Ousmane Cissé, nel settore estrattivo, quando si negozia un contratto bisogna sempre includere clausole di adattamento. In altre parole, dobbiamo evitare violazioni dei contratti e fare tutto il possibile per mantenere la cooperazione a vantaggio di tutte le parti.

Nelle sue spiegazioni durante il seminario avviato il 18 e 19 aprile dal Foro Civile nel quadro della “rinegoziazione dei contratti minerari e di petrolio e gas”, il direttore di SOMISEN informa che le rinegoziazioni o gli adattamenti della durata dei contratti a lungo termine non sono eccezionali in settore estrattivo a partire dai cambiamenti degli anni ’60. La rinegoziazione del contratto iniziale può essere volontaria e accettata da entrambe le parti, Stato e investitore, in uno spirito di cooperazione a lungo termine, oppure conflittuale perché imposta da una sola delle parti. due parti, spesso lo Stato, il che potrebbe portare a un contenzioso in caso di fallimento della rinegoziazione.

Tali rinegoziazioni potranno riguardare diverse previsioni contrattuali, soprattutto quelle di natura fiscale o economica in senso lato. Possono riguardare altre disposizioni, ad esempio clausole operative o tecniche. Secondo Ousmane Cissé, che ha spiegato l’importanza della rinegoziazione del contratto, “l’ideale per un contratto estrattivo sarebbe quello di avere un regime fiscale che tenga conto automaticamente delle ampie variazioni di redditività dei progetti di estrazione di petrolio o gas, salvaguardandoli equamente gli interessi a lungo termine di ciascuna parte in un ambiente che è per sua natura imprevedibile”. Tuttavia, può benissimo accadere che i contratti operativi siano contrassegnati da uno sconvolgimento del clima politico, sociale o economico che modifichi radicalmente le aspettative delle parti contraenti. Tuttavia, in queste questioni di negoziati e rinegoziazioni, la battaglia di opinione è importante. In effetti, tutto viene fatto in nome del popolo. Infatti, come spiega Ousmane Cissé, “i contratti possono essere negoziati secondo il direttore della compagnia mineraria ma circondatevi di un buon team multidisciplinare”.

Poco prima della fine del suo mandato, l’ex presidente della repubblica Macky Sall ha espresso il suo disaccordo con la rinegoziazione dei contratti che l’attuale regime (come opposizione) aveva fortemente sostenuto. Macky Sall in un’intervista al canale britannico BBC ha dichiarato: “i contratti petroliferi e del gas possono sempre essere migliorati, ma francamente voler modificare i contratti già firmati con le aziende non è possibile. Sarebbe una svolta disastrosa per il Senegal”. Il Presidente della Repubblica Bassirou Diomaye Faye, nel suo discorso di giuramento, non prevede una rinegoziazione approfondita, in considerazione del controllo nel settore minerario? Fino a che punto si spingerà per salvaguardare e distribuire razionalmente queste risorse appartenenti al popolo? Sorgono interrogativi sulle prossime decisioni del Capo dello Stato su questo tema.

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