Morte di Émile: “Sapevo che era lui”, racconta l’escursionista che ha scoperto il teschio del ragazzo

Morte di Émile: “Sapevo che era lui”, racconta l’escursionista che ha scoperto il teschio del ragazzo
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Il 30 marzo, l’escursionista ha scoperto il teschio del piccolo Emile, scomparso da sabato 8 luglio 2023, al Vernet.

Nessuno aveva più sue notizie dalla sua scomparsa l’8 luglio 2023 a Le Vernet (Alpi dell’Alta Provenza). Infine, è stato il ritrovamento del suo teschio e dei suoi vestiti, il 30 marzo, da parte di un escursionista, a far capire che il giovane Emile era effettivamente morto.

In quel momento tutti gli occhi erano rivolti verso questa donna che aveva scoperto le prime ossa del ragazzino. Durante la conferenza stampa di martedì 2 aprile, il pubblico ministero Jean-Luc Blachon ha precisato che l’escursionista era stato “turbato da questa scoperta”che aveva sequestrato “del teschio, avendo cura di non sporcarlo e riponendolo in un sacchetto di plastica, tornò a casa e chiamò la gendarmeria.”

ud83dudd34 Morte di Emile a Le Vernet: mise il teschio “in un sacchetto di plastica, andò a casa e chiamò la gendarmeria”, sappiamo di più sul camminatore che scoprì le ossa https://t .co/njRfTvE62C via @lindependant

— L’Indipendente (@lindependent) https://twitter.com/lindependant/status/1775207930305905022?ref_src=twsrc%5Etfw

È proprio adesso al microfono di BFMTV che ha deciso di svelare di più su questa scoperta. Sulla sessantina e originario della regione, l’escursionista assicura di sì “Da molto tempo non ho intrapreso questa strada […] Non lo so più, per un mese, un mese e mezzo.”

Quello che ha l’abitudine di uscire senza orologio né cellulare, spiega di averlo scoperto “la cosa”, Perché “la parola teschio mi riporta l’immagine”A “a metà strada”.

Continua sottolineando che il teschio lo era “bianco, molto pulito. Solo i denti superiori” E “Sapevo che era lui.” Alla fine decide di portarlo a casa mettendolo in un sacchetto di plastica. Quel giorno ne aveva due con sé e li usò per recuperare l’osso senza doverlo toccare.

“Avrei potuto lasciarlo, ma poi, al mio ritorno, non sarebbe più stato lì […] Per questo l’ho ripreso, so che in giornate con tempo così, se aspetti, la montagna non è più la stessa.”

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Una volta arrivata a casa intorno alle 14, ha detto di aver chiamato direttamente la polizia. “Dico loro: ‘Sono al (suo indirizzo) e ho trovato un teschio’ e i gendarmi mi rispondono ‘stiamo arrivando, vi richiameremo, restate dove siete'”.

Una volta recuperato il teschio da parte dei militari, la donna verrà interrogata per quasi nove ore, diverse ore durante le quali mostrerà alla polizia dove ha fatto il ritrovamento. Lei aggiunge: “Sta andando tutto bene, stanno facendo il loro lavoro. Rispondo alle loro domande e basta […] Il giorno dopo, non me lo aspettavo, cerca!”

Se i gendarmi hanno recuperato diversi dispositivi elettronici dell’escursionista, nulla ha permesso, per il momento, di coinvolgerla nella scomparsa del giovane Emile. I colleghi precisano che non è mai stata presa in custodia.

“Sono mentalmente e fisicamente esausto per tutto questoconclude. Devo digerirlo.”

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