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Un’opzione non farmacologica contro le vampate di calore?

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Un’elevata percentuale di donne in postmenopausa non può o non vuole seguire la terapia ormonale per motivi di salute (ad esempio, storia di cancro al seno) o per paura di possibili effetti avversi. Nel 2023, la Menopause Society ha pubblicato una presa di posizione sulla terapia non ormonale, che affronta, tra le altre opzioni, la terapia cognitivo comportamentale e l’ipnosi clinica.

Opzioni non ormonali per gestire le vampate di calore e gli altri sintomi della menopausa stanno infatti guadagnando popolarità, soprattutto tra le donne che non possono assumere ormoni per paura degli effetti collaterali. La terapia cognitivo comportamentale e l’ipnosi clinica sono le opzioni di trattamento non ormonale più comuni. Questo nuovo studio di “scoping”, tuttavia, rivela che un’opzione è più efficace dell’altra.

Lo studio riassume i risultati di 23 studi di ricerca, pubblicati dal 1996 al 2022, su queste opzioni nel trattamento delle vampate di calore e ne confronta l’efficacia. Del totale degli studi esaminati, 8 si sono concentrati sull’ipnosi clinica e 15 sulla terapia cognitivo comportamentale. Dall’analisi risulta che:

  • gli interventi di ipnosi clinica dimostrano costantemente un’efficacia clinicamente significativa nel ridurre la frequenza e la gravità delle vampate di calore, oltre a migliorare la qualità della vita, la qualità del sonno e l’umore;
  • precisamente, l’ipnosi clinica consente una riduzione significativa, superiore al 60% di questi sintomi;
  • la terapia cognitivo-comportamentale, invece, mostra risultati più contrastanti, con un impatto modesto sulla riduzione della frequenza delle vampate di calore; tuttavia, sottolineano i ricercatori, queste terapie non sono prive di efficacia;
  • In effetti, la terapia cognitivo-comportamentale sembra efficace nel ridurre l’impatto dei sintomi sul funzionamento quotidiano e lo stress associato alle vampate di calore.

“L’ipnosi clinica è il primo intervento comportamentale per ottenere riduzioni oggettive e significative delle vampate di calore”,

afferma l’autrice principale, la Dott.ssa Vanessa Muniz della Baylor University. “Ciò suggerisce che l’ipnosi può agire attraverso meccanismi che vanno oltre l’effetto placebo, alterando potenzialmente l’attività dell’ipotalamo”.

Una nuova ricerca dovrebbe esplorare i meccanismi neurofisiologici dell’ipnosi e adattare questo intervento alle caratteristiche individuali di ciascun paziente per risultati ottimizzati nella gestione delle vampate di calore, “uno dei fastidiosi sintomi più comuni della menopausa”.

Salute

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