Il rapporto dell’Ispettorato Generale delle Finanze (IGF), prodotto sulla gestione del progetto Green 2000 dal Programma Comunitario dei Domini Agricoli (PRODAC), ha prodotto nove (9) raccomandazioni riguardanti le persone coinvolte nella realizzazione del progetto. Attualmente sono in carcere solo Mamina Daffé e Ibrahima Cissé. Se non è stata fatta alcuna raccomandazione contro l’ex ministro Mame Mbaye Niang, ex coordinatore del PRODAC, è stata raccomandata la traduzione di Jean-Pierre Senghor, primo coordinatore nazionale, davanti alla Corte dei conti per cattiva gestione, secondo The Observer.
Jean-Pierre Senghor bloccato dall’IGF per gravi mancanze gestionali
Gli ispettori dell’IGF, incaricati di esaminare solo il progetto Green 2000, criticano l’ex coordinatore nazionale, Jean-Pierre Senghor, per “un grave errore di gestione”. Secondo L’Observateur avrebbe convalidato e trasmesso irregolarmente richieste di pagamento dell’anticipo non garantito per l’avvio. Queste convalide, senza alcun controllo preventivo, riguardano un importo di 5.957.099.077 FCFA, secondo le conclusioni del rapporto.
L’IGF precisa che Jean-Pierre Senghor, garantendo i pagamenti senza la garanzia preventiva richiesta, è venuto meno ai suoi obblighi contrattuali e al suo dovere di tutela dei fondi pubblici. The Observer riferisce che, sebbene Senghor abbia ammesso la sua leggerezza, citando la preoccupazione di accelerare il progetto, la sua argomentazione è difficile da accettare dato il ritardo di un anno nella notifica del contratto.
Errori nell’esecuzione del contratto
Secondo L’Observateur, il rapporto dell’IGF evidenzia una serie di violazioni contrattuali nell’esecuzione del progetto Green 2000. Tra queste irregolarità, il ritardo di un anno nella notifica del contratto a Green 2000 viene qualificato come manovra inaccettabile per un progetto di emergenza. L’IGF critica inoltre la prematura convalida da parte di Jean-Pierre Senghor dei pagamenti a favore di Locafrique prima che fossero espletate le formalità necessarie.
Il rapporto evidenzia che le lettere firmate da Senghor hanno portato a pagamenti anticipati ed eccessivi: 5.920.107.200 FCFA sono stati trattenuti sulla base di un calcolo comprensivo di tasse invece di 5.016.383.928 FCFA, importo al netto delle tasse. L’Observer aggiunge che questa differenza di 903.723.272 FCFA avrebbe potuto essere evitata se gli obblighi contrattuali di Green 2000 fossero stati rispettati prima di qualsiasi pagamento.
Gli avvertimenti di Mamina Daffé
Secondo L’Observateur, Mamina Daffé, ex coordinatrice del progetto, aveva messo in guardia nel 2015 sui limiti del progetto Green 2000. Ritiene che questo progetto, mal preparato, comprometta l’obiettivo strategico della creazione massiccia di posti di lavoro.
In una lettera indirizzata alla missione dell’IGF, Mamina Daffé ha proposto alcuni aggiustamenti, tra cui la divisione dei terreni in unità autonome sfruttabili e l’installazione di infrastrutture di irrigazione. Tuttavia, afferma di non essere a conoscenza del destino riservato a queste raccomandazioni. Secondo L’Observateur, Daffé ritiene che il progetto Green 2000 non creerà più di 150 posti di lavoro a lungo termine, ben lontano dagli obiettivi iniziali.
Khadim Bâ, amministratore delegato di Locafrique, condivide questa opinione. Nelle colonne de L’Observateur critica le numerose carenze nell’esecuzione del progetto e invita lo Stato alla cautela. Secondo lui, le ingenti somme già sborsate non riflettono il livello di avanzamento fisico del progetto.
Sempre secondo L’Observateur, Ibrahima Cissé, incarcerato allo stesso modo di Mamina Daffé, avrebbe richiesto un’agenzia di transito specializzata, l’ITAAA (International Transit Al Amine), per i servizi di sdoganamento e il trasporto di attrezzature ai siti finali.
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