Per miliardi di anni il sole splende al centro del nostro sistema solare, ma non è solo una calma e costante palla di fuoco. Circa ogni 11 anni, attraversa un ciclo di attività che culmina con il massimo solare, un periodo in cui aumentano le eruzioni solari e le tempeste magnetiche. Questo è ciò che stiamo sperimentando adesso. Questi impressionanti fenomeni, oltre a generare magnifiche aurore boreali, possono avere impatti più gravi: interruzione delle comunicazioni radio, rischi per le reti elettriche e scuotimenti per i satelliti.
Il sole, questa stella imprevedibile
Ma non è tutto. Mentre si potrebbe pensare che le cose si siano calmate dopo questo picco di attività, i ricercatori rivelano che ci aspetta un’altra fase, più sconosciuta: la famosa “zona di battaglia solare”. Secondo Scott McIntosh, fisico solare della Lynker Space, questa fase potrebbe durare fino al 2028 e provocare tempeste magnetiche ancora più intense di quelle massime attuali, spiega Scienza in diretta.
La “zona di battaglia solare” è un momento in cui il sole entra in una “lotta interna”. Qui le cose si complicano: due bande magnetiche giganti, chiamate bande del ciclo Hale, si formano e si sovrappongono in ciascun emisfero del sole. Il loro confronto innesca una serie di disturbi magnetici.
Tra questi disturbi ci sono i buchi coronali: enormi aree scure sulla superficie solare dove il campo magnetico consente la fuoriuscita di esplosioni di particelle cariche. Questi getti di vento solare possono colpire la Terra con una forza tale da gonfiare la nostra atmosfera superiore, aumentando la resistenza dei satelliti in orbita bassa. Risultato: queste macchine rischiano di perdere quota e, in certi casi, di ricadere sulla Terra. Uno scenario già osservato di recente.
Con l’esplosione del numero di satelliti nello spazio, in particolare con progetti come Starlink di SpaceX, la posta in gioco sta diventando colossale. “ Non abbiamo mai avuto così tanti oggetti in orbita bassa – circa 10.000 oggi », souligne Scott McIntosh. « Sarà la prima volta ad osservare come questo periodo incide sulle aziende che dipendono da queste infrastrutture. »
Per noi, semplici abitanti della Terra, la “zona di combattimento” non rappresenta un pericolo diretto. Al contrario, i cacciatori di aurore potranno gioire, perché questi fenomeni luminosi saranno ancora più frequenti. Ma per gli operatori satellitari è necessaria cautela. Dovremo monitorare da vicino questa fase, a dir poco tumultuosa, e adattarci ai capricci della nostra stella.
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