DayFR Italian

Crollo possibile già nel 2030: la corrente del Nord Atlantico si sta indebolendo: congeleremo tutti?

-

Secondo uno studio recente, la Corrente del Nord Atlantico potrebbe collassare già nel 2030. Le conseguenze sarebbero drammatiche.

Uno studio recente mostra che la Circolazione Meridionale Atlantica (AMOC) potrebbe collassare più rapidamente di quanto si pensasse in precedenza.

Felipe Dana/AP/dpa

La Corrente del Nord Atlantico fa parte della Circolazione Meridionale dell’Atlantico (AMOC), che trasporta masse d’acqua attraverso l’Atlantico. In quanto tale, funziona come lo scaldabagno europeo, per così dire.

Diversi studi condotti negli ultimi anni indicano che l’AMOC è sull’orlo del collasso, indebolito dalle temperature marittime più calde e dalla salinità interrotta a causa dei cambiamenti climatici.

Secondo una ricerca condotta dai ricercatori dell’Università di Utrecht, un simile collasso potrebbe verificarsi molto prima di quanto si pensasse, vale a dire già negli anni ’30 del 2030 e molto probabilmente entro il 2050. Lo studio è attualmente sottoposto a revisione paritaria e non è stato ancora pubblicato su una rivista.

Farebbe più freddo in Europa

“Fino a pochi anni fa discutevamo della possibilità di un collasso, come una sorta di rischio con bassa probabilità e alte conseguenze”, Stefan Rahmstorf, un oceanografo fisico dell’Università di Potsdam, che non ha partecipato all’ultima ricerca. “E ora sembra che sia proprio così.”

Le conseguenze sarebbero drammatiche, scrivono i ricercatori che hanno partecipato allo studio. Il ghiaccio artico avanzerebbe verso sud e si estenderebbe fino alla costa meridionale dell’Inghilterra entro 100 anni. La temperatura media in Europa scenderebbe come nel Nord America, comprese alcune parti degli Stati Uniti. Nella foresta amazzonica le stagioni si invertirebbero completamente: l’attuale stagione secca diventerebbe il mese delle piogge e viceversa, continua il rapporto.

I ricercatori dell’Università di Utrecht hanno utilizzato i modelli più moderni e hanno così identificato per la prima volta un’area dell’Atlantico meridionale come luogo ottimale per monitorare i cambiamenti nella circolazione e utilizzare i dati osservativi. Lì, hanno analizzato le temperature e la salinità dell’oceano per affinare le previsioni precedenti su quando l’AMOC potrebbe raggiungere il suo punto di flesso.

Tuttavia, i modelli sono anche soggetti a critiche. Ad esempio, non tengono conto dello scioglimento delle calotte glaciali della Groenlandia. Grandi quantità di acqua dolce si staccano dalla calotta glaciale e si riversano nell’Atlantico settentrionale, influenzando così una delle forze motrici della circolazione: la salinità. “Stiamo già assistendo a un enorme afflusso di acqua dolce nel Nord Atlantico, che paralizzerà completamente il sistema”, avverte Rahmstorf.

Related News :