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La controversia che circonda Dragon Age mette in luce uno dei grandi mali dei videogiochi attuali

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Novità sul gioco La controversia che circonda Dragon Age mette in luce uno dei grandi mali dei videogiochi attuali

Pubblicato il 01/11/2024 alle 12:00

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Con la sua recentissima uscita, Dragon Age: The Veilguard sembra essere un ritorno alla forma per Bioware. Se lo studio canadese sembra aver prodotto uno dei suoi migliori lavori da anni, alcuni giocatori esprimono critiche virulente contro il gioco che considerano “troppo politico”.

La politica è solo quando gli uomini si baciano

Quarto episodio della licenza, Dragon Age: La Guardia del Velo segna il ritorno di una franchigia assente da 10 anni. Se l'aspettativa era grande, e anche la pressione, sembrerebbe che Bioware sia riuscita a trasformare il test, dato che il riscontro della stampa è stato molto positivo, il gioco ha raggiunto un punteggio di 84 sull'aggregatore di rating Metacritic. Tuttavia, ancor prima della sua uscita ufficiale, il gioco si trovò attaccato da parte del pubblico, affrontando in particolare l'inclusione di temi LGBT all'interno del gioco e nella sua narrativa.

In effetti, molti giocatori si sono lamentati dei dialoghi in cui i personaggi discutono del loro orientamento sessuale o addirittura della loro transessualità. Se le denunce di “wokismo” e “politicizzazione dei videogiochi” non si sono fatte attendere, i fan della licenza hanno sottolineato che Bioware è sempre stato uno studio particolarmente progressista che già rappresentava personaggi omosessuali o addirittura transessuali nei suoi giochi precedenti.


No no, non è cambiato nulla

È bene ricordare che il L'era del drago non sono stati solo giochi particolarmente progressistima anche che hanno tenuto a sviluppare le storie personali dei loro personaggi. Al di là della fantasia che li caratterizza, gli episodi del franchise sono, in parte, noti per dare ai giocatori la possibilità di creare storie d'amore gay, e le serie di Effetto di massa ha avuto anche un dibattito pubblico sull'argomento per il suo terzo episodio: un fatto che all'epoca suscitò un piccolo scalpore.

COSÌ, Dragon Age: La Guardia del Velo è l’ultimo ricettacolo di queste persistenti controversie. Anche se le questioni relative al genere e alla sessualità compaiono solo durante una manciata di missioni, ci sono stati appelli a boicottare il gioco. Troviamo, come al solito, accuse di “politicizzazione” e “wokismo”. Nel video qui sopra decifriamo questa tendenza e il suo effetto sui videogiochi attuali.

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