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Oltre 700 scioperanti in Francia per telelavoro e stipendi

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Martedì, il movimento di sciopero di Ubisoft ha mobilitato più di 700 dipendenti dei 4.000 dell’azienda in Francia, secondo una stima del Sindacato dei lavoratori dei videogiochi (STJV). Una cifra equivalente a quella di febbraio durante un primo movimento di portata senza precedenti. Questo scioglimento avviene mentre il colosso francese dei videogiochi sta attraversando un momento difficile, con vendite lente e il rinvio di un gioco importante, tra le voci di un’acquisizione dell’azienda.

Davanti alla sede dell’azienda a Montreuil, vicino Parigi, si sono radunati nel pomeriggio tra i 50 ei 100 dipendenti per protestare contro la decisione presa a metà settembre dal gruppo di imporre almeno tre giorni di presenza in ufficio alla settimana. “Ci è sembrata una decisione molto ingiusta”, afferma Marc Rutschlé, rappresentante sindacale di Solidaires Informatique, uno dei gruppi che hanno indetto questo sciopero di tre giorni negli studi francesi di Ubisoft a Parigi, Lione, Montpellier e Annecy.

Molte difficoltà

In una e-mail inviata ai propri dipendenti, la direzione ha giustificato questa decisione affermando che “la creatività è stimolata dalle interazioni interpersonali, dalle conversazioni informali e dalla collaborazione attorno allo stesso tavolo”, pur promettendo di non tornare “a un modello al 100% faccia a faccia. “

Questo sciopero arriva in un brutto momento per l’ammiraglia francese dei videogiochi, che è in difficoltà da diversi mesi. “Ubisoft soffre di una serie di uscite (di giochi) che non stanno ottenendo il successo sperato”, sottolinea Oscar Lemaire, del sito specializzato Ludostrie, citando in particolare “Skull and Bones” e il nuovo episodio di “Prince of Persia”. .

Obiettivi finanziari rivisti al ribasso

Ubisoft ha abbassato i suoi obiettivi finanziari e posticipato di tre mesi l’uscita della prossima parte della sua serie di punta, “Assassin’s Creed”, per dare ai suoi team il tempo di perfezionarla. Un brutto momento punito sui mercati finanziari: il titolo è crollato di oltre il 40% dall’inizio dell’anno, toccando a settembre il livello più basso degli ultimi dieci anni.

All’inizio di ottobre, l’agenzia Bloomberg ha anche segnalato un potenziale riacquisto di azioni da parte del colosso tecnologico cinese Tencent, che possiede già quasi il 10% della società, e della famiglia Guillemot, principale azionista del gruppo, per far uscire il gruppo dal titolo. Scambio.

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