Nell’Essonne, la vaccinazione contro il papillomavirus incontra resistenza

Nell’Essonne, la vaccinazione contro il papillomavirus incontra resistenza
Nell’Essonne, la vaccinazione contro il papillomavirus incontra resistenza
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All’inizio della seconda campagna per gli studenti della quinta elementare, solo il 12% dei genitori ha iscritto i propri figli


© Henri Perrot/CD91

È stata rinnovata per la seconda edizione l’importante campagna nazionale di vaccinazione contro il papillomavirus per gli studenti delle classi 5°. Durante la campagna 2023-2024, più di 100.000 scolari sono stati vaccinati in Francia contro questo virus che è responsabile ogni anno di 6.000 nuovi casi di cancro e di 30.000 lesioni precancerose della cervice. E che, contrariamente a quanto si crede, colpisce anche gli uomini. “E il papillomavirus non provoca solo il cancro dell’utero, ma anche quello dell’ano, del pene, della gola e della vulva”, elenca Cendrine Chaumont, vicepresidente responsabile della protezione e della salute materna e infantile presso il consiglio dipartimentale dell’Essonne. Durante la prima campagna che ha coinvolto 101 collegi [du département, ndlr]abbiamo avuto la piacevole sorpresa di vaccinare il 52% delle ragazze e il 48% dei ragazzi”. Buone notizie che dovrebbero essere mitigate dal momento che solo il 20% degli studenti di quinta elementare del dipartimento ha fatto il grande passo e ha chiesto la vaccinazione.

Un budget di 845.000 euro

E questa copertura vaccinale dovrebbe diminuire ulteriormente per la campagna 2024-2025, dato che a metà dicembre solo il 12% dei genitori aveva dato l’autorizzazione affinché i propri adolescenti ricevessero le due dosi necessarie, a partire dal 15 gennaio (un accordo scritto dei due titolari dei genitori l’autorità è necessaria).

Questo perché la vaccinazione contro il papillomavirus deve affrontare due grossi ostacoli. “Alcuni genitori sono anti-vax e rifiutano tutti i vaccini, ma altri sono frenati dall’immagine ‘sessuale’ del virus, analizza Cendrine Chaumont. Molti ci dicono che non ha senso vaccinare il proprio bambino visto che non ha rapporti sessuali, ma è quando il vaccino viene somministrato prima di queste prime esperienze che è più efficace. Più in generale, avvertiamo un crescente disagio nel parlare di sessualità o di qualsiasi cosa ad essa associata”.

Il dipartimento, che in questa seconda campagna puntava a vaccinare il 30% degli alunni di quinta elementare, prevede quindi di avere difficoltà a raggiungere il punteggio dello scorso anno, ma non si arrende. Prova di ciò è che quest’anno viene rinnovato il consistente budget stanziato nel 2023-2024: 845mila euro, di cui l’84% legato al vaccino, il 13% per le risorse umane e il 3% per l’acquisto di attrezzature, come frigoriferi o refrigeratori. .

FH

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