L’ESSENZIALE
- Uno studio dell’Università di Hong Kong mostra che le riflessioni mentali, questi pensieri negativi ripetitivi sulla propria solitudine, rafforzano il legame tra solitudine e depressione.
- Analizzando 900 adulti durante il lockdown per il Covid-19, i ricercatori hanno scoperto che pensare costantemente alla solitudine amplifica i sintomi depressivi.
- Il team raccomanda interventi mirati a queste riflessioni, come terapie cognitivo-comportamentali o consapevolezza, per spezzare questo circolo vizioso.
La solitudine è un noto fattore che contribuisce alla depressione, ma perché alcune persone si sentono più vulnerabili di altre? Un nuovo studio condotto dall’Università di Hong Kong (HKU) getta luce sulla questione: le elucubrazioni mentali, questi ripetuti pensieri negativi sulla propria solitudine, giocano un ruolo chiave, forse più importante della solitudine stessa. Anche.
Una relazione complessa: solitudine, ruminazione e depressione
Secondo il team guidato dalla professoressa Tatia MC Lee, specialista in scienze psicologiche e neuropsicologia, la ruminazione mentale funge da ponte tra solitudine e depressione. Il loro studio, pubblicato sulla rivista Natura Salute Mentalesuggerisce che quanto più una persona sperimenta una discrepanza tra le relazioni sociali desiderate e quelle effettive, tanto più è probabile che rimugini su questi pensieri, aumentando così la gravità dei sintomi depressivi.
Per convalidare la loro ipotesi, i ricercatori hanno condotto un’analisi di rete (familiari, amici, colleghi, ecc.) su un campione di 900 adulti in Cina, raccolti tra il 2021 e il 2023 durante il rigido confinamento legato al Covid-19. Questo approccio innovativo ha permesso loro di comprendere come i singoli elementi di solitudine e ruminazione interagiscono per alimentare la depressione.
I risultati hanno rivelato che il legame tra solitudine e depressione è modulato da un particolare tipo di pensieri ripetitivi: “Pensando costantemente a quanto siamo soli”, secondo un comunicato stampa. Questo tipo di ruminazione amplifica la sensazione di isolamento e rafforza un circolo vizioso che porta alla depressione. Pertanto, prendere di mira questi pensieri potrebbe essere una strategia efficace per ridurre l’incidenza della depressione.
Disinnescare le ruminazioni per alleviare la depressione
“I nostri risultati suggeriscono che gli interventi terapeutici per la depressione dovrebbero concentrarsi sulla riduzione dei pensieri ripetitivi associati alla solitudine”assicura il professor Lee. Disinnescando queste riflessioni, potremmo anche mitigare gli effetti negativi della solitudine.
Le terapie cognitivo-comportamentali (CBT) o la consapevolezza potrebbero svolgere un ruolo importante in questo obiettivo. Insegnando agli individui a riconoscere e a interrompere i cicli di pensiero negativi, diventa possibile rompere la rete di solitudine-ruminazione-depressione e migliorare il loro benessere.
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