“Mangiare bene”, una questione individuale? Le insalate dei responsabili della sana alimentazione rese inaccessibili

“Mangiare bene”, una questione individuale? Le insalate dei responsabili della sana alimentazione rese inaccessibili
“Mangiare bene”, una questione individuale? Le insalate dei responsabili della sana alimentazione rese inaccessibili
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Mentre lo Stato può e deve imporre regole severe per regolamentare il settore e garantire il diritto a un’alimentazione sana e di qualità, il governo troppo spesso si nasconde dietro impegni volontari o, peggio, non fa nulla. Ancora per agire, le soluzioni sono note. Diverse richieste sono già supportate da Foodwatch da diversi anni.

Foodwatch chiede trasparenza sui margini realizzati da produttori e distributori sui prodotti alimentari, nonché che una moderazione dei margini e dei prezzi sui prodotti più sani e sostenibiliper renderli più accessibili a quante più persone possibile.

Naturalmente, questa esigenza di trasparenza e supervisione riecheggia anche le campagne che Foodwatch sta conducendo, in Francia e in altri paesi europei in cui sono presenti i nostri team: rendere obbligatorio il logo nutrizionale Nutri-score e vietare il marketing e la pubblicità rivolti ai bambini per prodotti troppo dolci, troppo grassi o troppo salati.

Inoltre, è utile qualsiasi misura che possa contribuire a invertire l’attuale tendenza di un mercato a due velocità che offre prodotti più sani a prezzi più alti e viceversa. Questi emergono regolarmente nel dibattito proposte di aumento delle tasse sui prodotti meno equilibraticome un rafforzamento della tassa sulla soda, basata sul modello della scala britannica (più severa, meno livelli) e un’estensione di questa tassa ai prodotti trasformati contenenti zuccheri aggiuntia seguito della raccomandazione della Corte dei conti (luglio 2023).

Tuttavia, dobbiamo essere vigili riguardo ai rischi di questo tipo di misure della cosiddetta “tassazione comportamentale”. pieno di ingiunzioni e che rischiano di penalizzare i consumatori più precari, aumentando il prezzo dei prodotti di largo consumo, senza rendere più accessibili i prodotti considerati più sani.

Potremmo anche immaginare di imporre vincoli direttamente ai produttori, attraverso contratti collettivi applicati al settore, che li imporrebbero ridurre le quantità di zucchero, ma anche di grassi e sale nei prodotti, altrimenti verranno tassati. L’obiettivo rimane lo stesso: imporre loro dei vincoli per migliorare l’approvvigionamento alimentare.

Salute

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