Ma non è l’unica novità. Google ha inoltre aperto l’Home API a tutti gli sviluppatori (in precedenza era aperta solo ad aziende come Eve, Nanoleaf, LG, ADT, Cync, Yale e Aqara):
– API per dispositivi e framework, che ti consente di accedere ai dispositivi Google Home
– Commissioning API, che semplifica la configurazione del dispositivo con Fast Pair, controllo vocale tramite Google Assistant e compatibilità con l’ecosistema Google Home.
– API di automazione, che ti consente di gestire le automazioni dall’interno dell’app
Questa soluzione ha un grande vantaggio, che permette di integrare i dispositivi e le automazioni di Google Home nelle applicazioni, e un rischio intrinseco: cosa accadrebbe se Google chiudesse un’API come è successo con il programma Works with Nest? Detto questo, il percorso è chiaro e, in generale, i benefici superano di gran lunga i rischi. Infine, anche Google ha mostrato i propri sforzi per spingere l’espansione di Matter, facilitando la certificazione dei dispositivi supportati e, attraverso una collaborazione con MediaTek, creando un chip all-in-one (con Wi-Fi, Bluetooth LE e Thread) che consente per creare più facilmente dispositivi compatibili con Thread.