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L’ultima creazione degli ucraini di GSC Gameworld, in cui il giocatore cerca di sopravvivere in un mondo post-apocalittico con un’estetica di successo, riecheggia la guerra, che ha spinto alcuni dei creatori all’esilio.
Esce Mille e un giorno dopo l’inizio della guerra in Ucraina Stalker 2dello studio GSC Gameworld, con sede a Kiev da molto tempo. Un bel simbolo per uno sparatutto che inevitabilmente emerge trasformato e danneggiato da uno sviluppo interrotto dall’esilio dei suoi creatori. Prima nell’Ucraina occidentale, prima che la squadra si stabilisse definitivamente nella Repubblica Ceca, senza che alcuni sviluppatori se ne andassero per unirsi ai ranghi dell’esercito. Bersaglio di numerosi attacchi hacker negli ultimi anni, lo studio si è ritrovato ancora una volta nel mirino di Mosca poche ore prima della pubblicazione del gioco, con un parlamentare russo che minacciava GSC Gameworld attraverso la stampa, promettendo “misure draconiane” E Stalker è venuto a “giustificare il terrorismo” o per promuovere a “sentimento anti-russo”. Un avvertimento rivolto soprattutto ai giocatori russi (per i quali la prima parte è molto popolare) tentati di utilizzare una VPN per accedere alla creazione di GSC, che lo studio si rifiuta comunque di commercializzare in Russia. I crediti di Stalker 2, lasciano poco spazio all’ambiguità riguardo ai sentimenti verso l’invasore russo: “Nel dolore, nella morte, nella guerra, nella paura e nella crudeltà inh