E se Xiaomi a sua volta si liberasse da Qualcomm e MediaTek, i due giganti dietro la stragrande maggioranza dei chip per smartphone? Mentre Google e Samsung ci lavorano da anni, rispettivamente con i loro chip Tensor G ed Exynos, Xiaomi sarebbe tentata di creare un proprio SoC (System on chip).
L’informazione ci arriva da persone molto serie Bloombergin cui si sostiene che Xiaomi lancerà la produzione in serie dei propri chip a partire dall’inizio del 2025. Il giornale si basa su fonti “a conoscenza della questione” che hanno voluto rimanere anonime.
Un aumento di potere?
Da mezzo decennio, piazzandosi quasi ogni anno al terzo posto nelle vendite, la marca cinese è riuscita ad imporsi come guastafeste nel duopolio Samsung-Apple che presiede il mercato degli smartphone.
L’azienda si è lanciata con un certo successo anche nel settore delle auto elettriche con il suo SU7 e ha commercializzato il suo primo smartphone pieghevole su scala globale, lo Xiaomi MIX Flip. Il marchio con il logo arancione è molto investito anche nel mercato della domotica.
E il punto comune tra tutti i suoi rami non è altro che l’integrazione dei chip. Questa notizia, se dovesse essere confermata, assumerebbe tutto il suo significato nella strategia del colosso cinese.
Per quanto riguarda la riuscita di Xiaomi, è difficile formulare una risposta in questa fase, ma possiamo guardare la lunga lista di giocatori che hanno gettato la spugna sull’argomento: Intel, Nvidia, Oppo. Anche Samsung fatica a convincere con i suoi chip Exynos, che si accontenta di integrare nei propri terminali.
Xiaomi prevede di aumentare il budget per la ricerca e lo sviluppo di quasi 6 miliardi di yuan nel 2025, ovvero quasi 800 milioni di euro, per un totale di 30 miliardi di yuan (3,9 miliardi di euro). Per fare un confronto, Qualcomm, che commercializza esclusivamente chip, ha speso quasi 8,4 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo nel 2024.
Alla ricerca dell’autonomia
La notizia arriva anche nel bel mezzo di uno scontro molto importante tra Stati Uniti e Cina sulla questione dei semiconduttori. Xiaomi dovrà trovare un partner per produrre i suoi chip, mentre TSMC, leader di mercato, è sempre più spinta dalle autorità americane ad allontanarsi dalla Cina.
Allo stesso tempo, le autorità cinesi stanno spingendo i loro leader economici a ridurre la loro dipendenza dalle tecnologie straniere.
Un’ingiunzione senza dubbio ispirata in parte dalle battute d’arresto di una certa Huawei, evitata dal mercato occidentale a causa dei chip tecnologicamente obsoleti e di un sistema operativo troppo dipendente da Google. L’ex numero 2 del mondo ha appena lanciato il proprio sistema operativo, HarmonyOS NEXT, che punta a competere con Android e iOS.
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