Agenti autonomi: IA a ruota libera?

Lo sviluppo futuro più significativo nel campo dell’intelligenza artificiale è la transizione dagli strumenti di intelligenza artificiale agli agenti autonomi.

Concretamente, gli strumenti di intelligenza artificiale includono applicazioni software che utilizzano algoritmi di intelligenza artificiale per eseguire compiti generalmente eseguiti dagli esseri umani. Questi strumenti possono essere, ad esempio, l’elaborazione del linguaggio naturale, la visione artificiale, l’apprendimento automatico o anche strumenti di automazione dei processi robotici. La caratteristica degli strumenti di intelligenza artificiale è che utilizzano i dati per svolgere compiti predefiniti in modo ottimizzato.

Questi strumenti di intelligenza artificiale, nei mesi e negli anni a venire, saranno soppiantati da quelli che chiamiamo agenti autonomi. Un agente autonomo è una combinazione di strumenti di intelligenza artificiale che raccoglieranno i dati stessi per operare in modo ottimizzato e autonomo. L’integrazione di diversi strumenti di intelligenza artificiale nello stesso modello consente di utilizzarli per compiti più complessi. Laddove uno strumento di intelligenza artificiale ottimizza un compito specifico per il quale è addestrato, gli agenti autonomi scompongono i problemi complessi in più fasi, in modo autonomo, per essere in grado di proporre le azioni necessarie per risolvere questo problema. Con la possibilità di modificare, se necessario, il proprio approccio, sulla base dei risultati intermedi ottenuti “sviscerando” il problema.

Vediamo quindi che il prossimo avvento degli agenti autonomi moltiplicherà le potenzialità dell’intelligenza artificiale per i suoi utenti: la capacità degli agenti autonomi di prendere decisioni da soli riguardo alla risoluzione di un problema cambia completamente il modo di comprendere come l’intelligenza artificiale può intervenire nella vita quotidiana e nel funzionamento delle imprese.

Da queste nuove funzionalità derivano anche problemi di sicurezza. Infatti, gli agenti autonomi sono in grado di navigare in Internet, assumere il controllo dei computer, hanno anche una propria memoria e accesso a grandi modelli linguistici, che consente loro di analizzare e sintetizzare grandi quantità di testo.

Una delle preoccupazioni legate allo sviluppo di agenti IA autonomi è la motivazione alla base del processo decisionale e la capacità dell’IA di essere allineata con ciò che richiede l’operatore. Questa questione di allineamento, o meglio di non allineamento, quando ci avviciniamo alla sicurezza dell’intelligenza artificiale, è sempre più presente poiché i modelli di intelligenza artificiale operano in modo autonomo.

I timori di vedere modelli di intelligenza artificiale, per raggiungere gli obiettivi richiesti, utilizzare metodi non etici o praticare l’inganno si sono già materializzati in alcuni modelli sviluppati. Anche l’imprevedibilità del loro comportamento è motivo di preoccupazione, soprattutto quando si parla di applicazioni di intelligenza artificiale autorizzate a operare in modo autonomo.

Quindi, il rischi di attacchi informatici sono molto più importanti con gli agenti autonomi di intelligenza artificiale, proprio a causa della loro automazione e della loro connessione a Internet. Sono molto più esposti ai tentativi di intrusione, che possono comportare una modifica del loro comportamento, il furto di dati privati ​​o sensibili o il loro utilizzo per commettere atti dannosi. Per l’industria, ad esempio, è facile immaginare quanto questi rischi siano incompatibili con la criticità di determinate applicazioni.

Questi rischi, il cui elenco non finisce qui, impongono alle autorità di regolamentazione di dare uno sguardo ampio agli standard di sicurezza da mettere in atto attorno a queste applicazioni di intelligenza artificiale sempre più autonome, per garantire che queste ultime non superino una linea rossa, sia in termini di etica, perdita di controllo o comportamento.