VISTO DA ALTROVE – L’analisi genetica alla quale furono sottoposti alcuni calchi ribalta le interpretazioni tradizionali.
Par Elena Dusi (La Repubblica)
A Pompei tutto è da riscrivere. La persona trovata con un grande braccialetto d’oro al polso e un bambino in braccio, ad esempio, non è, contrariamente a quanto dice l’interpretazione tradizionale, una madre in fuga con il suo bambino. Gli altri due individui rannicchiati accanto a loro non sono padre e fratello. E i due corpi intrecciati nella casa del criptoportico non appartengono a due sorelle, contrariamente a quanto abbiamo sempre pensato.
L’analisi del DNA estratto dalle ossa di quattordici calchi pompeiani rivela che in quei momenti di terrore del 79 d.C., quando il Vesuvio vomitava cenere e lapilli, terremoti scuotevano la città e mentre i venti la sferzavano con gas infuocati, le interpretazioni attorno al presunto si consumarono anche i legami di parentela.
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Pompei, un anno speciale
L’individuo con il braccialetto d’oro e il bambino tra le braccia sono entrambi maschi e non imparentati. Quelli che…
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