La Voyager 1 perde nuovamente il contatto e attiva un trasmettitore inutilizzato dal 1981

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La sonda Voyager 1, l'oggetto artificiale più distante dalla Terra, ha recentemente vissuto un periodo di interruzione delle comunicazioni che sta causando preoccupazione tra gli scienziati della NASA. Dal 19 al 24 ottobre la sonda ha infatti perso il contatto a causa di un guasto tecnico che ha provocato l'arresto del suo trasmettitore radio principale. Fortunatamente, gli ingegneri sono riusciti a mettersi in contatto con un trasmettitore di riserva, consentendo di ristabilire la comunicazione e di iniziare a valutare la situazione.

Un incidente tecnico inaspettato

Il problema è iniziato il 16 ottobre, quando gli ingegneri hanno ordinato Viaggiatore 1 per attivare uno dei suoi riscaldatori. Sebbene la navicella avesse abbastanza energia per eseguire questo comando, ciò causò una reazione inaspettata da parte del sistema di protezione dai guasti della sonda. Questo sistema, progettato per proteggere Voyager 1 in caso di problemi, automaticamente disabilitato il trasmettitore radio principale per risparmiare energia. Di conseguenza, gli scienziati non sono stati in grado di ricevere segnali dalla sonda, portando ad un preoccupante periodo di silenzio.

Una volta che gli ingegneri si sono resi conto che il trasmettitore principale era inattivo, sono riusciti a rilevare un segnale emesso da il trasmettitore di emergenzaun'alternativa meno potente che non aveva non utilizzato dal 1981. Il 22 ottobre fu inviato un comando per verificare che la Voyager 1 stesse effettivamente utilizzando questo trasmettitore di emergenza e il contatto fu ristabilito due giorni dopo. Sono però necessarie analisi più approfondite per identificare la causa precisa del guasto e ripristinare il normale funzionamento della sonda.

Naturalmente comunicare con Voyager 1 non è facile. A più di 24 miliardi di chilometri della Terra, ogni ordine dura circa 23 ore per raggiungere la sonda e anche le risposte impiegano altrettanto tempo per arrivare. Ciò significa che possono essere necessari diversi giorni per risolvere anche i problemi tecnici più semplici. Inoltre, l’aumento della distanza rende queste comunicazioni sempre più preziose e complesse e i problemi tecnici diventano più comuni con l’invecchiamento delle sonde.

Illustrazione della navicella spaziale Voyager 1 della NASA. Crediti: NASA/JPL-Caltech

Due emissari lontani

Lanciato nel 1977, Voyager 1 e Voyager 2 sono le prime sonde ad esplorare lo spazio interstellare e a fornire dati essenziali sui limiti del nostro Sistema Solare. Hanno permesso di misurare la composizione e la densità del vento solare, un flusso di particelle cariche emesse dal Sole, e di analizzare le interazioni tra questo vento e il mezzo interstellare. Queste osservazioni hanno contribuito a caratterizzare l'eliosferala bolla di spazio creata dal vento solare, oltre a capire come protegge il nostro Sistema Solare dai raggi cosmici e dalle particelle che provengono dallo spazio.

La Voyager 1 è stata anche la prima sonda ad attraversare l'eliopausa (limite dell'eliosfera), tappa storica che segna il passaggio tra il vento solare e lo spazio interstellare. A questo punto, ha raccolto dati sui raggi cosmici, particelle ad alta energia provenienti dall’esterno del nostro Sistema Solare, fornendo indizi sulla loro origine e sul loro comportamento. Inoltre, le sonde hanno misurato il campo magnetico interstellare, il che ha arricchito la nostra comprensione delle strutture e delle dinamiche dei campi magnetici oltre l’eliosfera.

Prima delle loro osservazioni interstellari, le Voyager 1 e 2 hanno fotografato anche i pianeti del nostro Sistema Solare, come Giove, Saturno, Urano e Nettuno, nonché le loro lune. Queste immagini hanno poi rivelato dettagli affascinanti sulla geologia e l’atmosfera di questi corpi celesti, arricchendo la nostra conoscenza della formazione e dell’evoluzione del sistema planetario del Sole.

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