Deep Web e Dark Web, due concetti non facili da comprendere: spieghiamo

Deep Web e Dark Web, due concetti non facili da comprendere: spieghiamo
Deep Web e Dark Web, due concetti non facili da comprendere: spieghiamo
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Incontriamo spesso il concetto di “Dark Web” (e un po’ più raramente “Deep Web”), ma di cosa si tratta esattamente?

Per comprendere appieno la nozione di Dark Web, bisogna innanzitutto comprendere quella di “deep web” o “deep web”, e non confondere le due espressioni.

Il “deep web” è l’insieme delle pagine che non sono accessibili da un motore di ricerca. O almeno non da Google o Bing. Queste sono pagine non indicizzate e includono praticamente di tutto, spesso per motivi tecnici, ma anche per motivi di sicurezza. Tu stesso probabilmente hai trascorso buona parte del tuo tempo su Internet su pagine del deep web, senza nemmeno saperlo.

E per una buona ragione, il Deep Web riguarda effettivamente circa l’87% degli “Iceberg” di Internet. Ad esempio, quando utilizzi un social network, ciò che vedi è spesso esclusivo del tuo profilo e non è accessibile a un altro utente. Possiamo quindi parlare di deep web.

Allo stesso modo quando effettui un pagamento, è normale che non tutti abbiano accesso ai tuoi dati bancari effettuando una semplice ricerca su Google, quindi devi passare attraverso il “deep web”.

Il dark web può essere considerato una parte del deep web, poiché di fatto non è accessibile da un motore di ricerca, ma questo è per un motivo diverso.

Questo dark web è in realtà una Internet “decentralizzata” a cui si accede solo tramite software specifici, ma anche tramite una serie di azioni o hardware specifici. Non si tratta quindi di un’unica entità, ma di un insieme di reti “peer to peer” di dimensioni molto variabili, la più conosciuta delle quali è senza dubbio la rete Tor (con un proprio nome di dominio, indirizzi .onion).

Un po’ come una VPN, i vari elementi identificativi, come gli indirizzi IP, spesso appaiono crittografati e le connessioni sono quindi più o meno anonimizzate, il che rende piuttosto difficile per le autorità identificare gli utenti e può spiegare perché “scippa”. i dark web sono spesso efficaci come se fossero condotti in mezzo all’oceano.

Attenzione però, perché contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non tutte le attività nel dark web sono illegali (il che spiega perché la rete Tor e i suoi equivalenti hanno ancora il diritto di esistere), né necessariamente immorali. È attraverso questo mezzo, tra l’altro, che comunicano alcuni informatori e le reti vengono utilizzate anche da persone che vogliono semplicemente garantire il proprio anonimato durante la navigazione in Internet.

Resta il fatto che ciò che sfugge, almeno in parte, all’attenzione delle autorità, implica necessariamente un utilizzo meno splendente. È così che, come ad esempio nel caso di alcuni servizi di messaggistica come Signal o Telegram, queste reti del dark web sono state utilizzate da persone non particolarmente ben intenzionate. Queste attività vengono spesso menzionate per giustificare una maggiore regolarizzazione di spazi come Tor, e stiamo entrando in un dibattito sociale tra privacy e sicurezza, con tutte le tensioni che ciò implica.

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