Mettet: un castello del 1700 per adulti in fretta verso il 21° secolo, per ritrovare il tempo perduto

Mettet: un castello del 1700 per adulti in fretta verso il 21° secolo, per ritrovare il tempo perduto
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Proprio di fronte a noi, sormontato da nuvole scintillanti che sembrano fuggite da una radura, il Château de Scry. Un maniero la cui ultima occupante, la contessa Marie-Thérèse Soka, morì all’età di 96 anni. Un luogo di vita privata che il nipote del defunto, Simon Erkes, sta lavorando per conciliare con la notorietà turistica.

Questo fine settimana, Il Sipper, un’azienda specializzata in eventi con sede a Namur, ha trasformato questo romantico appartamento di 20 stanze che trasuda 18° secolo in un parco divertimenti lento per adulti in fretta per il 21° secolo. Un intervallo temporale come pretesto per disconnessioni di ogni tipo, attraverso una settantesima diversità di attività.

Lasciamo da parte lo sfondamento dei rametti di mughetto per bussare alla porta di questo patrimonio costruito nel 1757. Nell’orangerie, accolto da Thomas Furnémont, fondatore dell’ Sipper con la moglie Aurélie. In mano, un libro di Proust come benvenuto: “Alla ricerca del tempo perdutoIn camicia bianca e bretelle, dettaglia il concetto: tornare bambino, in pantofola, senza i parassiti di uno smartphone in tasca, e con indosso un cappello manomesso in un baule.

Entrare travestiti con un kepi da postino, o un berretto da visitatore estivo, in un mondo poetico Navigare nell’universo proustiano è come rallentare lo scorrere del tempo.

Sono decine, coppie e amici, a testarne il lancio “Proust allora”, dopo aver lasciato i loro tormenti alla porta. Nell’aranciera il racconto di ciò che seguirà si snoda in una lettura semplice.

C’era una volta un’emozione del gusto: una madeleine, una torta bassa e carnosa, intinta in un cucchiaio di tè al lime. In questo Château de Scry, ai visitatori vengono promesse sensazioni simili a quelle che hanno colto il bevitore di questo tè arricchito in una sera d’inverno. Aveva provato un piacere squisito, che l’aveva fatto “le vicissitudini indifferenti della vita, i suoi innocui disastri, la sua illusoria brevitàIn una parola, aveva smesso di sentirsi mediocre e mortale.

Nella sala del castello, attualmente in fase di restauro, i visitatori sono stati invitati a prendersi una pausa tra due giochi, a seconda del clima della loro casa. L’opportunità di assaggiare una bionda locale, di rifare il mondo o di manipolare un cubo di Rubik, un puzzle del 1974. ©Pierre Wiame

In una delle camere da letto, d’altri tempi, tre giocatori vestiti con cappelli e berretti da marinaio cercano di risolvere un enigma ben nascosto. ©Pierre Wiame

Le due teste pensanti e fondatrici di Le Siroteur: Thomas Furnémont e sua moglie Aurélie. Un tandem dotato di creatività che ha immaginato, con l’aiuto di amici armeggiatori, questa giocosa immersione nel mondo di Proust. ©Pierre Wiame

Nella cantina del castello sono popolari i cosiddetti giochi di cooperazione. In questo modo: due giocatori hanno a disposizione una scorta identica di pezzi di legno. Una copertura costituisce una separazione tra i due giocatori, che hanno ciascuno la stessa riserva di pezzi. Scopo del gioco: un giocatore descrive oralmente la costruzione che sta realizzando e l’altro tenta di riprodurla con le istruzioni ricevute. Una volta completata la costruzione, i risultati vengono confrontati. ©Pierre Wiame

Il bowling dei ribelli

Quindi, eccoci qui, verso questo benessere? Dopo la porta, c’è la tenda nera, segno di immersione in una scatola magica, fuori dal tempo, piena di enigmi con fili rossi e folli giochi di design, capaci di cambiare il nostro modo di guardare le cose e coccolare la propria interiorità.

Entriamo in un castello che bagna nei suoi succhi, una sorta di divertente museo dove mobili strani e insoliti sono stati sparsi qua e là – avvistiamo un fatturatore e un armadietto da farmacia con 84 cassetti – e personalizzati in lanciatori misteriosi. “Perché l’obiettivo è cambiare i tempi”.

In questa sorta di divertente museo, dove il fondo di un armadio è stato allestito come nascondiglio per un bambino dispettoso, si possono individuare alcune curiosità estremamente affascinanti. Un bocchino musicale, un pesante telefono con manopola, un tavolo da gioco con tavole impilabili, una scacchiera per re, alfieri e regine ad una festa al casinò, con mini-roulette, ecc.

Situato in cantina, questo gioco è esso stesso un gioco di fuga, progettato e realizzato con il massimo di oggetti e materiali recuperati. Oppure un gioco con molteplici enigmi, tutti da risolvere per trovare l’oggetto misterioso che nasconde. ©Pierre Wiame

Nella grande sala del castello, buffi uccellini da liberare dalla gabbia. ©Pierre Wiame

Questa straordinaria valigia apparteneva ad un artista straccivendolo. Bisogna immergersi dentro, entro 15 minuti, per scoprire il messaggio che contiene. ©Pierre Wiame

E se rimanessimo qui

In cantina si solleticano i cervelli. Come possiamo, ad esempio, riprodurre, da una panoplia di oggetti, il rumore del vento nell’erba alta, il volo di un piccione, i passi umani che calpestano le foglie morte?

Alcuni giochi richiedono concentrazione e cooperazione. Solo uno funge da pulitore per fastidi e frustrazioni. È la sala da bowling dei ribelli. “Il giocatore deve scrivere sui birilli, con un pennarello cancellabile, tutto ciò che vuole far volare”dettagli Thomas Furnémont.

“Più si va in alto, più l’atmosfera si addolcisce, più ritorna la calma.”constata Aurélie, che è subentrata al marito e ci apre la porta su una fuga di stanze rustiche dove possiamo rilassarci sdraiati.

In una di queste alcove chiaroscurali è consigliabile entrare con animo aperto e premuroso. Le candele a batteria ispirano un’immersione profonda in se stessi. A facilitare questo viaggio intimo, due strani oggetti, frutto di un ritocco tecnologico: caschi abbinati a vecchi macinacaffè. Si suggerisce, durante l’ascolto, di connettersi al proprio respiro.

Vaghiamo per i piani. Lì, qualcuno sdraiato su un tappetino da yoga. Là qualcuno balla da solo, come sospeso. Tutte attività che cercano di riappropriarsi del tempo distrutto dalla vita moderna in una società dominata dagli algoritmi e che può sembrare per molti versi senza speranza.

Puntiamo ad una lavagna che racconti con il gesso le emozioni provate. Le parole sono eloquenti riguardo alla magia di questo castello tutto bianco convertito nell’anacronismo dell’opera di Proust. E se… “E se guardassimo gli alberi nella tempesta, allora l’arcobaleno”, suggerisce una persona anonima. E se, ancora più radicalmente, “Siamo rimasti qui tutta la vita?”

Sospendere il tempo, riscoprire il tempo perduto, ad esempio, in una delle stanze del castello, immergendosi nella ricostruzione di un puzzle di almeno 1000 pezzi. ©EDA

Nella sala dedicata alla spiritualità, all’ultimo piano del castello, le lunghe vibrazioni e i suoni di una ciotola tibetana favoriscono la disconnessione e la meditazione. Dobbiamo accoglierli finché non sentiremo né sentiremo più nulla. ©EDA

Fino a Natale

L’incantevole Château de Scry riaprirà le sue porte agli adulti che hanno fretta (e che hanno lasciato a casa i bambini piccoli), nei fine settimana del 22 e 23 giugno, 3 e 4 agosto, 23 e 24 novembre, 21 e 22 dicembre ( nella versione più illuminata).

https//siroteur.odoo.com/proust-allais


Una partita a croquet

Prezzo dell’immersione in Proust allora: 42€. Ma puoi restare lì quanto vuoi, fino alle 22:00. Quando tornerà il bel tempo, nel parco saranno disponibili giochi, come una partita a croquet. Possibilità di mangiare lì con birre e vini locali. Ovviamente il fiore all’occhiello è la madeleine, offerta gratuitamente.

La pesca felice

Il castello, tra due inviti a giocare, è costellato di bellissime citazioni. In alto qualcuno può sedersi e aspettare, in basso, che un pesce (di legno) abbocchi. La cattura dipenderà dalla buona volontà di un visitatore che vorrà partecipare al gioco. Su ogni pesce poche parole confortanti, come questa: “Nessuno è te e questo è il tuo superpotere.”. E altri da portare via sotto forma di adesivi, come questi, firmati Oscar Wilde: “Le follie sono cose di cui non ti penti mai.”

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