La Poetry Camera produce poesie piuttosto che cliché

La Poetry Camera produce poesie piuttosto che cliché
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Nell’incontro tra arte e tecnologia, la Poetry Camera è uno degli ultimi oggetti che sfruttano l’intelligenza artificiale. A prima vista sembra una macchina fotografica Polaroid. Ma, come suggerisce il nome, invece di produrre foto istantanee, questo dispositivo genera poesie traducendo in versi le scene che cattura. Frutto di un progetto artistico personale di due designer, Kelin Carolyn Zhang e Ryan Mather, questa creazione open Source integra un nanocomputer Raspberry Pi. Il dispositivo cattura immagini e interagisce con il modello linguistico GPT-4 di OpenAI, start-up dietro ChatGTP, per generare. e stampare poesie. Utilizza algoritmi di visione artificiale per analizzare i dati visivi. Vengono poi elaborati da modelli di intelligenza artificiale per identificare elementi chiave, motivi, colori ed emozioni nell’immagine, per poi tradurli in poesie.

“L’origine del progetto risale a quando avevo accesso a GPT-3. Il mio primo istinto è stato quello di giocarci a “Dungeons and Dragons”, perché sono un “nerd”. […] Ma ho avuto anche l’idea di realizzare una macchina fotografica come progetto”, spiega Ryan Mather al sito specializzato TechCrunch. “E se prendessimo una macchina fotografica, ma in reazione alla cultura di Instagram? Cosa succederebbe se uscisse del testo invece di una foto? (…) Tutti preferiscono la versione del libro a quella del film, quindi è così che si catturano i momenti.”

Il dispositivo non salva immagini o poesie in formato digitale, precisa Ryan Mather. “Ci sono diverse ragioni per questo: primo, è più facile. In secondo luogo, il rispetto della privacy. In terzo luogo, aggiunge ulteriore significato alle poesie se sono come questo tipo di artefatti effimeri. Se lo perdi, non esiste più”, afferma Mather. “Oggi tutti hanno una macchina fotografica in tasca grazie al cellulare: noi volevamo fare qualcosa di molto diverso.”

L’accoglienza positiva della loro invenzione dapprima tra parenti e amici, poi il crescente interesse di una cerchia sempre più ampia di persone, hanno motivato i due sviluppatori a perfezionare la loro creazione. Non escludono la possibilità di trasformarlo in un prodotto commerciale. “Dopo le prime 100 volte in cui le persone ci hanno posto la domanda, abbiamo detto ‘Non lo vendiamo’, ma dopo la 101esima domanda abbiamo iniziato a pensarci in modo più dettagliato e a chiederci se dovremmo renderlo disponibile alle persone”, ha affermato Kelin Carolyn ZhangZhang. “Ma allo stesso tempo è un progetto artistico. La nostra prima reazione è stata quella di lasciare il capitalismo fuori dal progetto”. Prima della possibile produzione, è disponibile per l’accesso gratuito sulla piattaforma GitHub.

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