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Cosa manca a Novak Djokovic?

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Dopo aver addentato la sua medaglia d’oro, per la gioia dei fotografi in fila sul campo di Philippe-Chatrier, al termine dell’evento tennistico dei Giochi Olimpici di Parigi 2024, Novak Djokovic si è avvicinato al microfono per raccontare le vostre prime impressioni. L’ultima domanda in questa breve intervista post partita è stata: “Cosa resta da vincere?” » Risposta di GOAT: “Non molto! » Certo, questa è una risposta un po’ politica e pacata, ma in fondo, se ci pensiamo, non è anche semplicemente la verità?

Si discute molto/dibattito sul fatto che Novak Djokovic potrebbe non qualificarsi per le ATP Finals di Torino. Il motivo? Molto semplice. Per la prima volta dal… 2005 (!), Novak Djokovic non ha vinto un solo titolo sul circuito durante la stagione. Un titolo non ti qualifica per il Master, potresti dire. E hai assolutamente ragione. D’altronde un titolo Slam, sì. E quando dico che Novak non ha vinto un solo titolo nel 2024, intendo proprio il Grande Slam. Sì, ha vinto il titolo olimpico, che per lui era di capitale importanza perché era l’unico che gli mancava, ma quest’ultimo non dà punti, né euro. Conta solo l’emozione di vincere.

Vuole rimanere competitivo.

Allora perché continuare? Il serbo oggi ha 37 anni. Ha vinto tutto, più e più volte. Ha vinto due volte il Masters d’Or (vincendo tutti i Masters 1000) (Roger e Rafa sono tutt’altro). Ha raggiunto il Grande Slam in carriera. Ha vinto la Coppa Davis (vuole riconquistarla, ma sarà per divertimento). Ha vinto sette volte il Masters (Rafael Nadal non lo ha mai vinto) e così alla fine ha vinto la medaglia d’oro nel singolare (Roger l’ha vinta solo nel doppio). L’idea non era quella di dire che Novak sia molto più forte di Rafael Nadal e Roger Federer, ma è chiaro che lo sia.

Il motivo per cui Novak Djokovic è a Shanghai – e sarà senza dubbio a Parigi per il Rolex Paris Masters – è che vuole rimanere competitivo per il semplice motivo che vuole e può diventare il migliore tra i migliori di tutti i tempi. Ma per farlo deve raggiungere un numero sacro: 25.

Cosa significa questo 25? Questo è semplicemente il record combinato di uomini e donne per le vittorie del Grande Slam. Vincendo gli US Open nel 2023, “Nole” ha vinto il suo 24esimo titolo del Grande Slam, lasciando Rafael Nadal due lunghezze dietro e Roger Federer quattro dietro. A questo livello la missione è più che compiuta. Ma resta un ultimo passo da compiere, quello del numero 24. Il nome a cui è associato questo numero è quello dell’australiana Margaret Court, grande campionessa degli anni ’60 e ’70. Oggi la Corte non ha più lo stesso status di prima. Le sue uscite al limite sulle scelte di vita di tutti gli hanno fatto perdere ogni credibilità.

Per molto tempo Serena Williams ha cercato di eguagliare questo record che voleva assolutamente battere, ma l’americana non ci è mai riuscita. Il suo contatore è rimasto fermo a 23, nonostante diverse occasioni nella finale dello Slam. Per Novak è ancora possibile. A differenza di Serena, è già riuscito a eguagliare Court, ed è molto chiaro che il suo obiettivo finale è superarla.

Dovremo vincere questo 25esimo Grande Slam nel prossimo futuro.

Perché è così importante? E’ molto semplice. Si tratta di supremazia. Quando hai vinto tutto più volte, ti resta solo una cosa, quella di essere considerato, da tutti, il migliore “senza fare domande”. Questo è quello che vuole, Novak. Inoltre, sa che, se ci riuscisse, la persona che lo detronizza potrebbe non essere ancora nata. Naturalmente Carlos Alcaraz e Iga Swiatek sono grandi campioni. E sì, costituirà le big 3 o 4 di domani, mentre da sola potrebbe benissimo dominare il circuito femminile. Ma riusciranno ad arrivare a 26? Perché è a questo totale che poi dovremo puntare se Novak Djokovic raggiungerà i famosi 25. E se ci riuscirà, allora sarà inevitabilmente un record che durerà almeno per ben dieci anni.

D’altronde, come è Novak Djokovic, dovrà vincere questo 25° Slam nel prossimo futuro. Come tutti noi, il serbo non sta diventando più giovane. Il suo corpo resiste sempre meno e, se siamo obiettivi e corretti, ci diciamo che gli restano uno, o al massimo due anni, per chiudere il dibattito.

Intanto il dibattito è sulla sua presenza o meno a Torino. Sinceramente penso che lo consideri molto meno importante che in passato. Tuttavia, non riesco a vederlo senza fare lo sforzo di essere lì. La mia previsione è che si qualificherà per il Masters e che, l’anno prossimo, entrerà al 25° posto nella sua lista di caccia. Dopodiché, potrebbe rapidamente declinare come ha fatto dopo aver finalmente vinto il Roland-Garros nel 2016. L’unica differenza è che questa volta non potrà tornare.

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