Recensione della Bundesliga: l’ingenuità dell’FC Bayern

Recensione della Bundesliga: l’ingenuità dell’FC Bayern
Recensione della Bundesliga: l’ingenuità dell’FC Bayern
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Chi ha giocato contro chi e come?

Quale partita non potevi perderti?

Francoforte contro il Bayern perché ha sollevato domande fondamentali sul calcio: quanto rischio è salutare? Dove finisce il coraggio e inizia l’ingenuità? E perché Omar Marmoush colpisce ogni palla? Dopo il 3:3 è chiaro che quest’anno il Bayern può fallire solo per colpa sua. Hanno irradiato un dominio quasi incomprensibile per quasi tutta la partita, creando occasioni come se fossero uscite da un playbook. Il Francoforte non ha mai avuto la palla, ma quando l’ha avuta, ha segnato. Nel primo tempo si sono addirittura portati in vantaggio per 2-1 dopo il secondo contropiede della partita. Alla fine tre contropiedi sono bastati agli Assia per conquistare un punto, che hanno festeggiato come una vittoria. L’uomo del giorno: Omar Marmoush, che ha preparato un gol e ne ha segnati due, oltre al pareggio nel pieno del recupero.

Per prima cosa devi riuscire a subire un contropiede al 94′, quando sei in vantaggio. Lo ha scoperto anche l’esperto di Dazn Michael Ballack, che dopo la partita ha tenuto un piccolo seminario di filosofia del calcio con Thomas Müller. Ballack ha ritrovato il Bayern, come nella sconfitta contro Aston Villaha corso troppi rischi. Müller aveva un’opinione diversa (così come il suo allenatore Vincent Kompany). “È stato un piacere come abbiamo infiammato l’avversario”. E che questo dominio comporta un certo rischio. Che questo stile di gioco è migliore a lungo termine perché, dato il rapporto tra occasioni da gol create e gol subiti, non ne può uscire altro che tante, tante vittorie. “Se giochiamo questa partita altre 15 volte, la vinceremo 13 volte”, ha detto Müller. E dopo tre partite senza vittorie: “Mi piace stare in questa crisi”.

Quale partita avresti potuto perderti con la coscienza pulita?

Brema contro Friburgo. I tifosi del Brema ormai da tempo si perdono la cosa più bella del calcio in casa: festeggiare un gol. La sua squadra non ha mai segnato nelle tre partite casalinghe della stagione finora. Lo stesso vale per l’FC St. Pauli, ma a Brema è particolarmente sfortunato perché uno degli elementi di celebrazione del gol più romantici del campionato suona tradizionalmente dopo un gol casalingo a Brema, un corno da nebbia dal suono basso. Il silenzio della sirena da nebbia, che sembra un mediocre thriller poliziesco della Germania settentrionale, fa rabbrividire i tifosi del Werder. Nella sconfitta per 0-1 contro il Friburgo, la carenza offensiva del Werder è stata così grande che l’allenatore del Werder Ole Werner ha addirittura sostituito Oliver Burke, anche se l’attaccante scozzese era già stato sistemato ed è solo sulla busta paga del Werder perché non c’era un nuovo club in l’estate lo trovò.

Chi era sotto i riflettori?

Kevin Vogt. Sa aspettare i gol. L’ultima volta che Vogt ha segnato è stato quasi dieci anni fa, nell’ottobre 2014, quando la Germania era ancora campione del mondo. Dopo 275 partite senza reti, dopo 3.640 giorni, Vogt ha segnato un rigore per l’1-0 contro il Borussia Dortmund. Mai nella storia del campionato un giocatore di movimento ha dovuto aspettare più a lungo per segnare un gol di Vogt. Ha svolto il suo compito principale come difensore, evitando gol, bene contro il BVB, ma anche a causa della malattia del BVB: a una bella partita (Celtic Glasgow) ne è seguita un’altra brutta. Sono i famosi alti e bassi del Dortmund che a volte possono portarti a una grande finale, ma certamente non al campionato. A proposito, dal punto di vista puramente matematico, Kevin Vogt avrebbe 43 anni quando segnerà il suo prossimo gol.

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