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Blocchi, restrizioni, boicottaggi… Le imprese francesi vittime della crisi diplomatica tra Parigi e Algeri

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DECRITTO – Operare in Algeria era già complicato per le filiali delle ammiraglie francesi. Con il raffreddamento dei rapporti, questa si trasforma in una missione impossibile.

La Renault resterà in Algeria? Niente è meno certo. La sua fabbrica di Oran, inaugurata in pompa magna alla fine del 2014 da Carlos Ghosn, amministratore delegato della Renault, insieme a Laurent Fabius, allora ministro degli Esteri, ed Emmanuel Macron, neo ministro dell’Economia, è oggi ferma. Il gruppo francese, primo costruttore automobilistico straniero a stabilirsi in Algeria, non è più il benvenuto. La Renault non immaginava che il governo algerino avrebbe vietato l’importazione dei “kit di assemblaggio”, questi grandi moduli prodotti in altri paesi, che i lavoratori locali devono solo assemblare.

Questa però è la decisione presa nel 2020 dallo Stato. « Senza le parti necessarie per assemblare i veicoli, la produzione non può ripartireindica una fonte vicina alla questione. Renault è pronta a rilanciare la propria attività. Ma lo Stato algerino rifiuta di sdoganare i pezzi necessari alla produzione che restano bloccati nel porto. »…

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