La lotta tra il veterano americano Michael Johnson e Ottman Azaitar ha avuto luogo domenica 15 dicembre all’Amalie Arena di Tampa, in Florida. Questo duello, riservato alla categoria dei pesi leggeri (70,3 kg), ha visto Johnson dominare il suo avversario fuori forma prima di vincere per KO tecnico al secondo turno, un risultato che incarna marcate differenze in termini di tecnica, strategia e resistenza. tra i due protagonisti.
Un’introduzione tesa
Fin dal primo turno, Michael Johnson ha mostrato la sua superiorità nel gestire la distanza e gli scambi. I suoi jab veloci e i suoi calci bassi, mirati alle gambe di Azaitar, hanno gradualmente neutralizzato i movimenti del marocchino, che ha subito ulteriori umiliazioni. Azaitar ha lottato per adattarsi a questa strategia metodica. Johnson, con la sua esperienza di 42 incontri di MMA prima di questo incontro, ha sfruttato la sua mobilità e la sua portata di 191 cm per dettare il ritmo dell’incontro, impedendo ad Azaitar di reagire.
La caduta decisiva al secondo turno
All’inizio del secondo turno, Azaitar sembrava già ottuso mentre Johnson mostrava un controllo crescente. Dopo diversi scambi, Johnson ha finto un gancio sinistro prima di atterrare un preciso gancio destro, colpendo Azaitar al mento e provocando una brutale caduta. Seguì a terra e libbra implacabile, dove Johnson, a terra, incatena i colpi. L’arbitro Keith Peterson è dovuto intervenire per porre fine all’incontro dopo tre minuti e dodici secondi.
Uscirai presto dal ring?
Questa sconfitta conferma definitivamente i limiti di Ottman Azaitar a 34 anni. Questo duello ha rivelato lacune nella sua difesa contro avversari strategicamente superiori. Anche Azaitar sembrava soffrire di un deficit di resistenza, un aspetto cruciale a questo livello di competizione. D’altro canto, Michael Johnson, a 38 anni, ha dimostrato che la sua esperienza e il suo rigore tecnico lo rendevano ancora un formidabile concorrente, consolidando così il suo status nell’UFC.
I dati chiave della lotta
• Durata: 2 turni, ko tecnico alle 3:12 del secondo turno.
• Arbitro: Keith Peterson.
• Altezza e peso dei combattenti: Azaitar (1,73 m, 156 libbre), Johnson (1,78 m, 155 libbre).
Questa lotta riaccende il dibattito sul futuro sportivo di Ottman Azaitar, che potrebbe prendere in considerazione il ritiro per preservare la sua integrità fisica e concludere la sua carriera con note contrastanti.
Ottman Azaitar sembra aver raggiunto i suoi limiti in uno spietato circuito mondiale. Sconfitto da Michael Johnson, ha messo ancora una volta a nudo carenze tecniche e strategiche incompatibili con il livello d’élite richiesto nella sua categoria. Questa battuta d’arresto, lungi dall’essere isolata, fa parte di una serie di scarse prestazioni e alimenta legittime domande sulla sua capacità di continuare una carriera già segnata da ripetuti fallimenti.
Fuori dalla gabbia, le scappatelle di Azaitar (e dei suoi fratelli) hanno spesso fatto notizia, offuscando ulteriormente la sua reputazione. Tra comportamenti controversi e gestione azzardata della sua carriera, il trentenne sembra essersi allontanato dalle esigenze di rigore che caratterizzano i più grandi atleti. Il suo ritiro, ormai inevitabile, metterà fine a un percorso sportivo che non avrà mai raggiunto il suo potenziale.
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