È sempre molto commovente scrivere un libro su Ayrton Senna, anche a 30 anni dalla sua morte.
Per i più “anziani” dei nostri lettori, Imola 1994 resta un argomento altrettanto agghiacciante da discutere, visto che il pilota brasiliano ha suscitato l’ammirazione di tutto il mondo.
Eppure possiamo spingerci ancora oltre, cercando di metterci nei panni di Senna. È quello che ha fatto Lionel Froissart, che segue da decenni la Formula 1 ed è stato uno dei giornalisti vicini a Senna, facendolo parlare in prima persona nel suo ultimo libro “L’Icona Immolata”.
È un racconto toccante e commovente perché, fin dalla prima riga, ci troviamo trasposti nella visione che Senna avrebbe potuto avere della sua carriera in F1 e dei vari eventi che lo hanno segnato.
C’è ovviamente Imola 1994, ma anche, ben prima, i suoi esordi, le sue rivalità, i suoi rapporti con i capi squadra… e ovviamente il pericolo della F1, un filo conduttore e un tema onnipresente ancora oggi.
Il libro è diviso in cinque capitoli, tre dei quali più importanti. Partiamo dai dubbi sollevati dagli incidenti di Rubens Barrichello e Roland Ratzenberger… prima di fare un grande passo indietro. E c’è ovviamente un ampio capitolo dedicato al suo rapporto con Alain Prost. Questo rapporto di rivalità ma anche di complementarità che ha permesso anche a Senna di alzare l’asticella, giorno dopo giorno.
L’emozione è ulteriormente amplificata quando lo stesso Senna descrive quella terribile giornata del 1° maggio che portò alla sua morte. Ma il capitolo finale, dedicato ai funerali di Senna, descrive come il brasiliano abbia potuto percepire tutto il mondo della F1 radunarsi attorno a lui.
È una storia alla fine sempre toccante, spesso travolgente quella che ci regala Lionel Froissart e questo difficile esercizio alla fine riesce magistralmente!
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