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ATP > Moraschini, cestista italiano, sulla vicenda Sinner: “Sono stato squalificato per un anno e licenziato dal mio club anche se il mio caso è simile a quello di Jannik”

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Autore di una stagione 2024 eccezionale con un posto da numero 1 del mondo e nove titoli al suo attivo tra cui due Grandi Slam e una Coppa Davis, Jannik Sinner non è stato ancora del tutto unanime dopo la rivelazione quest’estate di un test antidoping positivo a Clostebol durante il Masters 1000 di Indian Wells lo scorso marzo.

In attesa dell’esito del ricorso dell’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) al Tribunale Arbitrale dello Sport (CAS), il caso dell’italiano continua a far parlare di sé. Un caso che ricorda stranamente quello del cestista italiano Riccardo Moraschini, risultato positivo nel 2021 alla stessa sostanza del suo connazionale. Solo che ha pagato caro questa contaminazione involontaria.

“I nostri casi sono identici, laconici: quantità molto piccola, legata solo a contaminazioni esterne. Si è scoperto che entrambi non sapevamo che qualcuno vicino a noi stava usando la medicina presa in farmacia, in questo caso la mia ragazza. Ma pagai con un anno di squalifica e l’esonero dalla mia società di allora (Olimpia Milano). L’antidoping ha un sistema molto severo. Ma ogni singolo caso viene trattato con la soggettività di chi lo giudica. All’epoca fui sospeso per tre mesi e mezzo in attesa del processo. Poi squalificato per un anno, nonostante il giudice avesse riconosciuto la cattura involontaria. »

Pubblicato martedì 26 novembre 2024 alle 14:52

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