Nei Paesi Bassi, e altrove, leader, osservatori e media si sono affrettati a condannare la comunità musulmana per gli incidenti violenti avvenuti il 7 novembre durante la partita tra Ajax e Maccabi Tel-Aviv, tenendosi lontani dai veri provocatori.
I sostenitori israeliani, anche se pronti a intonare canti islamofobici e sventolare slogan anti-arabi, sono chiaramente sfuggiti all’occhio critico delle élite politiche e dei media occidentali, che sembrano preferire concentrarsi sulle reazioni alle provocazioni, definendole addirittura “antisemiti”.
Geert Wilders, leader del Partito per la Libertà (PVV) e figura di spicco dell’estrema destra olandese, ha approfittato di questa opportunità per gettare benzina sul fuoco. Nel corso di un dibattito parlamentare ha deciso di attribuire la piena responsabilità degli scontri alla comunità musulmana, in particolare a quella olandese di origine marocchina. Ha descritto questi eventi come un “pogrom della peggior specie”, dipingendo un quadro apocalittico di ebrei picchiati, pugnalati e persino gettati in acqua.
Fedele al suo movimento estremo e con una proposta eminentemente razzista, Wilders, ovviamente, ha colto l’occasione per chiedere la revoca della nazionalità olandese alle persone con doppia cittadinanza, operando così per un’esclusione basata su criteri etnici e religiosi, e cercando di classificare gli olandesi secondo un principio di classe.
Da parte sua, la sindaca di Amsterdam, Femke Halsema, ha cercato di sfumare questo quadro oscuro, confondendo atti anti-israeliani e antisemitismo. In un rapporto, descrive gli eventi come un “cocktail tossico” che mescola antisemitismo, teppismo e tensioni politiche. Halsema ha però ricordato che, nonostante le tensioni, nulla giustifica un appello alla violenza o alla “caccia agli ebrei”.
D’altro canto, gli atti e le dichiarazioni razziste e islamofobe, così come gli slogan antiarabi dei sostenitori israeliani, non sembrano attirare la stessa attenzione o intensità di condanna, anche se all’origine di questi incidenti sono stati gli israeliani venuti a vandalizzare le strade di Amsterdam, minacciando i residenti e picchiando coloro che sembrano arabi.
Ciò non è però passato inosservato ad alcune organizzazioni marocchine attive nei Paesi Bassi, che attribuiscono la responsabilità di questi incidenti ai circa 3.000 tifosi del club israeliano, molti dei quali si ritiene siano membri dell’esercito e dei servizi segreti del loro Paese.
Una dichiarazione è stata firmata congiuntamente dal Centro europeo per i diritti umani, dal Centro euromediterraneo per la migrazione e lo sviluppo (EMCEMO), dal Partito socialista unito, dal Partito laburista democratico, dall’Associazione dei lavoratori marocchini nei Paesi Bassi Bas (KMAN) , la Fondazione Aknari, la Coalizione contro l’islamofobia e il razzismo, nonché l’Iniziativa marocchina per i diritti umani, per denunciare le provocazioni dei tifosi del club israeliano.
Queste organizzazioni ritengono che l’arrivo di questi tifosi, molti dei quali provenivano soprattutto da Israele, fosse finalizzato non solo a sostenere il loro club, ma anche a seminare confusione e destabilizzare la sicurezza e la convivenza pacifica nei Paesi Bassi. Lo si è potuto vedere il giorno prima della partita, quando tutte le loro provocazioni e rapine non sono state represse dalla polizia olandese che invece ha scortato e protetto questi hooligan.
Le organizzazioni hanno denunciato anche un trattamento mediatico ritenuto “ parziale e allineato con la narrativa sionista“, pur denunciando il “diffusione di false informazioni sull’origine delle violenze”. Affermano che le rivolte costituivano un “ reazione legittima » di fronte alle provocazioni e agli attacchi lanciati dai tifosi del Maccabi, le cui ostilità erano iniziate il giorno prima, il 6 novembre 2024.
Inoltre, si sottolinea che la polizia olandese ha mancato al proprio dovere quando non è intervenuta per prevenire la violenza, consentendo così ai sostenitori israeliani di esprimere liberamente discorsi di odio, vandalizzare proprietà e attaccare i cittadini di Amsterdam senza timore di ripercussioni.
A ciò si aggiungono le dimissioni del ministro delle Finanze olandese (di origine marocchina), Nora Achahbar, in segno di protesta contro le dichiarazioni razziste di alcuni di questi colleghi membri del governo olandese e il modo in cui hanno trattato questi episodi di violenza.
Secondo i media olandesi NOS, Nora Achahbar ha denunciato “dichiarazioni razziste” fatte durante il consiglio dei ministri. Come ministro, aveva già espresso in precedenza le sue obiezioni su alcuni termini utilizzati dai suoi colleghi.
Related News :